[Ciclismo] Doping, Basso confessa e collabora

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beppemanigliamania
00lunedì 7 maggio 2007 17:28
ROMA - Ivan Basso ha ammesso le proprie responsabilità e ha deciso di collaborare con la procura antidoping del Coni. Il ciclista si era presentato spontaneamente per essere ascoltato nuovamente in merito all'Operation Puerto, l'inchiesta avviata dalla magistratura spagnola su una rete internazionale di doping. Il vincitore del Giro d'Italia 2006 era già stato escluso dal Tour de France e sospeso dalla sua squadra, la Discovery Channel, alla quale aveva poi chiesto la rescissione del contratto. E' la prima volta che un ciclista italiano di alto livello fa ammissioni del genere. Può essere una svolta per uno sport segnato dal problema doping.

La procura del Coni ne ha dato la notizia con una nota: "Ivan Basso ha ampiamente ammesso le proprie responsabilità relative all'Operacion Puerto e ha fornito la massima collaborazione per chiarire i fatti relativi al suo coinvolgimento". E ha precisato che il corridore, già ascoltato mercoledì scorso, si è presentato spontaneamente per essere sentito di nuovo.

Il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, si è mostrato soddisfatto degli sviluppi della vicenda e ha lanciato un appello: "Ivan ha fatto esattamente quello che tutti chiedevano a Pantani e che Marco non fece: ora, ve lo chiedo a nome del ciclismo, non lasciate solo Ivan Basso".
il rat-man
00lunedì 7 maggio 2007 18:51
il mio odio atavico verso basso è ben noto e documentato [SM=g27827]:

mi fa piacere che stia nella merda [SM=x967838]
JackNapier
00lunedì 7 maggio 2007 21:40
Re:

Scritto da: beppemanigliamania 07/05/2007 17.28


Il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, si è mostrato soddisfatto degli sviluppi della vicenda e ha lanciato un appello: "Ivan ha fatto esattamente quello che tutti chiedevano a Pantani e che Marco non fece: ora, ve lo chiedo a nome del ciclismo, non lasciate solo Ivan Basso".


ma va a farti fottere stronzo. Che mongoloidi che ci sono nel mondo del ciclismo.
il rat-man
00lunedì 7 maggio 2007 21:52
Re: Re:

Scritto da: JackNapier 07/05/2007 21.40

ma va a farti fottere stronzo. Che mongoloidi che ci sono nel mondo del ciclismo.



cmq bisogna pure vedere cosa ha ammesso basso [SM=x967708]

di sicuro sapeva e sa a cosa va incontro, dal punto di vista sportivo e mediatico
JackNapier
00lunedì 7 maggio 2007 22:28
Re: Re: Re:

Scritto da: il rat-man 07/05/2007 21.52


cmq bisogna pure vedere cosa ha ammesso basso [SM=x967708]

di sicuro sapeva e sa a cosa va incontro, dal punto di vista sportivo e mediatico


mi riferivo a Di Rocco, che ha tirato in ballo pantani senza motivo... lo trovo di cattivo gusto e soprattutto inutile.



Basso pure a me sta un po' sulle scatole.

[Modificato da JackNapier 07/05/2007 22.29]

il rat-man
00lunedì 7 maggio 2007 22:56
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: JackNapier 07/05/2007 22.28

Basso pure a me sta un po' sulle scatole.

[Modificato da JackNapier 07/05/2007 22.29]




[SM=x967833] [SM=x967833] [SM=x967833] [SM=x967833]

io preferisco la sorella che fino a poco tempo fa bazzicava nelle reti locali padane



[SM=x967714]
nick the quick
00martedì 8 maggio 2007 10:35
che delusione [SM=g27813]
il rat-man
00martedì 8 maggio 2007 10:53
Quell'accordo che rifiutò Pantani

Settimane di lavoro per inchiodare Basso e farlo collaborare
Vincendo anche le sue paure per la propria incolumità



Prima la stangata. Le unghie nella carne. L'evidenza della colpevolezza sbattuta sotto gli occhi. Come si fa con un nemico giurato, nei palazzi del Coni Basso è stato indagato, studiato, braccato e infine inchiodato, con ogni mezzo. Anche con un controllo antidoping a sorpresa, disposto quando il caso del suo sangue congelato nei frigoriferi di Fuentes era già tornato d'attualità, e serviva procacciarsene di fresco, da usare per un confronto definitivo.

Un lungo inseguimento alla preda concluso ieri davanti al procuratore Torri, quando il nemico, schiantato, è diventato qualcos'altro: un potente, inedito alleato, il più prezioso di tutti, il testimonial del futuro. Quello che non fu Marco Pantani.

Pantani. E' la sua vicenda, con quel carico terribile di dolore, ad aver mosso dietro le quinte le strategie del palazzo dello sport. Perché c'era questo tragico precedente che bruciava nella testa del presidente Petrucci e del segretario Pagnozzi, quando se lo trovarono davanti, nel pieno della bufera che lo avrebbe spazzato via e poi ucciso, e loro provarono a gettare un salvagente disperato: dì quello che sai, denuncia la schiavitù del doping, diventerai il paladino di un nuovo mondo possibile e salverai il tuo sport, come un eroe. Pantani rise loro in faccia, e sbatté la porta. Per sempre.

Basso no. Basso è diverso in tutto da Pantani. E certo anche il mondo è diverso da quello di Marco: meno feroce, più pronto ad accoglierlo, più comprensivo, ormai saturo di scandali e per questo meglio disposto ad aggrapparsi a una possibile svolta. Il Coni ha capito che con Ivan si poteva tentare un'operazione rivoluzionaria, cui ha lavorato per settimane: far diventare un corridore dopato, destinato a un ritiro inglorioso, la bandiera del rinnovamento, l'immagine della svolta e - ma questo è ancora un sogno - un esempio da seguire per altri corridori.

E' un lavoro duro, e non soltanto perché l'omertà è da sempre la religione del doping. Ma anche per le conseguenze che la rottura del codice del silenzio potrebbero avere per Basso: quelle sportive, certo, con la federazione mondiale di ciclismo stoltamente pronta a ribadire che nel suo ordinamento non sono previsti sconti di pena per i pentiti. Ma anche quelle umane, soprattutto quelle umane, in un mondo, quello del doping, popolato da trafficanti, mafiosi, ricattatori, un groviglio infernale di dipendenze che può far pensare, a chi ne è attore e vittima, di non poter sgarrare senza correre rischi, anche per la propria incolumità. Per questo Basso, comunque, potrebbe non dire tutto ciò che sa, e al Coni ne sono consapevoli: nomi ne usciranno pochi, forse nessuno. Ivan mette in gioco se stesso, ha parlato del meccanismo, nei dettagli, che spinge un corridori ad andare da un medico come Fuentes.

Ma lì, probabilmente, si fermerà. Basta e avanza, comunque, per voltare pagina. Per passare dall'altra parte, uscire dal groviglio. Il Coni non aspettava che questo per levare le unghie dalla carne: non serve più, ora comincia un'altra operazione. Dare forza, più forza possibile al nuovo testimonial, facendone un esempio mondiale. Un esempio da cui ripartire.



begli esempi da seguire [SM=x967747]
-FabioCaressa
00martedì 8 maggio 2007 13:56
Alla faccia dello spirito sportivo.... [SM=x967713] Sono tutti dopati..... [SM=x967747]

Che colpo Basso..... [SM=x967718] [SM=x967718] [SM=x967718]
il rat-man
00martedì 8 maggio 2007 14:40
Basso: "Pronto a pagare, tornerò"

"Il mio è stato solo tentato doping"

Dopo aver confessato il suo coinvolgimento nell'Operacion Puerto, sul doping spagnolo, Ivan Basso è tornato a parlare della sua situazione: "Ho ritenuto giusto prendermi questa responsabilità - ha detto - Il mio è stato tentato doping. Non ho mai assunto sostanze dopanti, nè fatto ricorso all'autoemotrasfusione. Sconterò la mia pena e tornerò". Infine: "Non sono un pentito, non sono a conoscenza di altri coinvolti".

Chi si spettava lo scoop, i nomi e particolari vari si è sbagliato. L'occasione di scovare nel marcio di un mondo che stenta a ripulirsi dal malessere doping sembra aver cozzato contro un'unica, singolare, assunzione di responsabilità. Nessuna verità tenuta nascosta è stata rivelata, ma soltanto una colpa o un tentativo di aver cercato nel doping la forza per scalare le salite del Giro e del Tour. Ivan Basso parla di sè come una vittima di un sistema stritolatore, con la freddezza di chi è consapevole di aver sbagliato ma che l'unico modo per liberarsi di un macigno è quello di scaricarlo a qualcun altro. Il varesino si difende, spiega, precisa e promette: "Il mio è stato solo tentato doping - ha ammesso in conferenza stampa - In carriera non ho mai fatto uso di sostanze dopoanti, nè ho fatto ricorso all'autoemotrasfusione".

Ed ancora: "Ho ritenuto giusto assumermi questa responsabilità - ha proseguito - Si è parlato di me come un pentito, come un collaboratore. Voglio precisare che da parte mia c'è stata solo un'ammissione di responsabilità, ma non mi è stato chiesto nulla riguardo ad altre persone, nè sono a conoscenza di altri corridori o sportivi coinvolti". Basso giura che i contatti con Eufemiano Fuentes sono stati frutto di un momento di debolezza: "L'ho chiamato per questo motivo". Poi: "Sono arrivato a confessare per rispetto di questo sport, per gli appassionati e per la mia famiglia".

Sicura la squalifica che potrebbe essere non inferiore ai due anni: "Mi aspetto la giusta punizione da parte del Coni, non provo vergogna, ho chiesto scusa e basta, tornerò a correre". Il mondo del ciclismo, atleti soprattutto, potrebbero non perdonarlo: "Ho ricevuto tanti attestati di stima in questi giorni, mi rifarò volere bene". Una scelta diversa da quella che fece Marco Pantani: "Ho pensato spesso a Marco, ma non per prendere questa decisione". Un modo di agire differente per sperare in un futuro nuovamente in bici.



ha vinto da pulito, come no [SM=x967751]
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