21 MARZO

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marco31768
00domenica 20 marzo 2016 21:43

1955


Elvis si esibisce a Parkin, Arkansas.

«Non è certo che questa esibizione abbia effettivamente avuto luogo, anche se è riportata sul libro 'The King on the road' del 1996, realizzato con la collaborazione della 'Elvis Presley Enterprises' detentrice (per definizione) di fonti di prima mano. Pur permanendo il dubbio, viene annotata ai fini storici.
Al di là della puntualità della data, è comunque certo che in questo periodo Elvis suonò a Parkin».


Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".

marco31768
00domenica 20 marzo 2016 21:43
1956


Elvis si esibisce al 'YMCA Gymnasium Arena' di Lexington, North Carolina, alle ore 20.

«Dopo aver dormito non troppo bene sino al tardo pomeriggio, Elvis si svegliò piuttosto malconcio con febbre alta ed influenza. A nulla servirono i consigli del medico locale di annullare lo spettacolo. Alle ore 20 era pronto per salire in scena, una triste consuetudine che più avanti negli anni gli causerà non pochi, irreversibili, scompensi fisici.
Betty Ross racconta la sua esperienza di adolescente, durante la visita di Elvis nella sua città: "Il 21 marzo del 1956 Elvis venne nella nostra piccola città per uno spettacolo. Ci andai con mia cugina Gail. All'epoca avevo solo 15 anni, così mio padre ci accompagnò per poi venire a riprenderci. Fu la cosa più eccitante che la nostra città avesse visto e naturalmente ero letteralmente rapita da lui. Dopo lo spettacolo andammo dietro il palco per incontrarlo ma ci fu detto che era andato via e che comunque alloggiava in città. C'erano solo due alberghi e, domenticando che mio padre stava venendo a prenderci, mi diressi verso il 'March Hotel' ma non era lì. Andai quindi al 'Lexington Hotel' dove effettivamente soggiornava. Dovete riflettere che questi erano i primi anni della sua carriera e non alloggiava necessariamente in lussuosi hotel con troppe guardie del corpo.Con me c'erano altre 25 ragazze ma eravamo tutte molto determinate. Al manager dell'hotel fu detto di lasciarci passare verso la sua stanza, cosa che facemmo senza farcelo ripetere e senza urlare o dare di matto. Arrivate sulla porta bussammo e proprio lui venne ad aprirci. Era bellissimo! Scese con noi nella lobby. Si sedette e ci fece tutti gli autografi che volevamo. A me ne fece due, uno per me ed uno per mia cugina Gail, che non aveva la mia intraprendenza e restò un po' in disparte. Non lo dimenticherò mai. Era estremamente educato e sembrava apprezzare molto i suoi fans. Credo che non ci sia bisogno che vi dica come mi accolse mio padre quando tornai a casa, preoccupatissimo per la sorte di sua figlia, allora quindicenne. Ancora oggi, ogni tanto mi rimprovera per questo. Forse è stata un'esperienza un po' dissennata e allora, ad una ragazza non era concesso fare cose del genere. Ma non mi sono mai sentita in colpa. Lo ricorderò per sempre. Ed ancora oggi, amo Elvis"»
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Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".











marco31768
00domenica 20 marzo 2016 21:44
1960


Nelle prime ore della notte, Elvis incide "Stuck on you" e "Fame and fortune" nello Studio B della RCA a Nashville.
In mattinata, parte in treno per Miami per registrare assieme a Frank Sinatra lo speciale televisivo a lui dedicato.

marco31768
00domenica 20 marzo 2016 21:45
1961


Negli studi Radio Recorders di Hollywood, Elvis inizia ad incidere la soundtrack per 'Blue Hawaii'.
Oggi sono registrate "Hawaiian sunset", "Aloha-oe", "KU-U-I-PO", "No more" e "Slicin' sand".


marco31768
00domenica 20 marzo 2016 21:46
1975


Elvis si esibisce all'Hilton Hotel, Las Vegas, Nevada, alle ore 20 ed alle ore 24.

DINNER SHOW.
Lo spettacolo dura 50 minuti. Elvis indossa il 'Dark Blue Two Piece'.
Esiste una registrazione amatoriale dello spettacolo, disponibile nei CD-r THE CONCERT YEARS, VOLUME 59 e THE EAGLE AND THE KING.



MIDNIGHT SHOW.
Il concerto dura 50 minuti ed è disponibile in resa sonora amatoriale nel CD-r LIVE IN LAS VEGAS.

marco31768
00domenica 20 marzo 2016 21:49
1976


ELvis si esibisce al 'Riverfront Coliseum' di Cincinnati, Ohio, alle ore 14,30 ed alle ore 20,30.

POMERIGGIO.
Durata del concerto: 74 minuti.
Abito indossato: Blue Bicentennial Prehistoric Bird.
Pubblico: 17500 spettatori.
Incasso: 203637 dollari.

Ad oggi, solo un CD-r riporta una registrazione amatoriale di questa esibizione: LIVE IN CINCCINNATTI 21TH MARCH 1976 Afternoon show.


«Terminato lo spettacolo della sera precedente, Elvis volò immediatamente a Cincinnati dove si stabilì al ventiquattresimo piano del Netherland Hilton Hotel.
Anche per questi concerti, i 35.000 biglietti furono venduti in un solo giorno dall’annuncio dello spettacolo, il 20 febbraio precedente.
Dopo aver cantato "Polk Salad Annie" chiese a J.D. Sumner di presentare l’orchestra perché aveva rotto i pantaloni del suo abito da scena (Charlie Hodge lo scortò fuori dal palco, reggendo un asciugamani per nascondere la rottura della sua tuta).
Un episodio curioso toccò alla band di Elvis all’arrivo a Cincinnati, nel cuore della notte. Una volta atterrati, furono accompagnati in autobus all’Hilton Hotel che doveva ospitarli. Sulla strada vennero distribuite le chiavi della stanze. Arrivati in albergo, tutti si accorsero che le proprie chiavi non funzionavano. Dopo un attimo di panico si comprese che l‘organizzazione aveva “semplicemente sbagliato Hilton Hotel”. L’intera troupe tornò sull’autobus ma mancava J.D. Sumner. Tutto a un tratto arrivò, con un vistoso taglio sul sopraciglio. Non riuscendo a far funzionare la chiave aveva preso a calci la porta, sino a quando questa non si era aperta. All’interno della stanza aveva trovato una coppia in luna di miele, intenta a consumare come si conviene la prima notte di nozze. Ne scaturì una breve “discussione”: i segni sul volto del povero J.D. lasciarono capire come era finita.
In scena, invece, il neo pianista Shane Keister si sentì gelare il sangue quando si trovò Elvis di fronte a intimargli di suonare l’introduzione di 'Teddy Bear'. “A un certo punto Elvis cantava questo medley e sapevo che dovevo suonare gli accordi introduttivi quando mi puntava la mano destra. Tutto facile sulla carta, ma dovevo almeno vederlo! Fino ad allora non avevo mai sbagliato, ma a Cincinnati Charlie Hodge mi ostruiva la visibilità. Continuavo a urlargli di spostarsi, ma con tutti i suoni sul palco non poteva sentirmi. Avevo capito che qualcosa non funzionava perché era da circa dieci secondi che nessuno suonava. Tutto a un tratto me lo trovo davanti che mi guarda fisso e mi si gela il sangue nelle vene! In seguito venni a sapere che aveva già chiesto tre volte l’introduzione, ma non potevo vederlo! Disse al pubblico: ‘Scusate, Signore e Signori, ma abbiamo un nuovo stronzetto al piano che sembra
non aver voglia di guardarmi. Okay, Shane, credi di essere pronto?’. Sul palco tutti ridevano, ma io avrei voluto scomparire. Elvis capì il mio imbarazzo e, durante il resto dello spettacolo, per scherzare continuò a puntarmi il dito per farmi suonare delle note, solo per stemperare la tensione”».


Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".











SERA.
Durata del concerto: 59 minuti.
Abito indossato: Blue Rainfall.
Pubblico: 17540 spettatori.
Incasso: 204000 dollari.
Esiste una registrazione tratta dal mixer (soundboard) che fu pubblicata per la prima volta nel CD del 1995 HOLDING BACK THE YEARS, su etichetta "Diamond Anniversary Edition".


Nel 2007, la 'Madison' lo riproporrà in A NEW KIND OF RHYTHM.


«La reazione dei fans allo spettacolos serale non fu delle più entusiasmanti. Qualcuno si lamentò del fatto che Elvis aveva utilizzato lo stesso abito del pomeriggio (il che è marginale e forse neppure vero) mentre altri scrissero al giornale locale che Elvis era sembrato essere l'mbra di se stesso, assente, confuso e con gli occhi gonfi. Il fatto che abbia lasciato il palco dopo solo un'ora lascia intuire che forse non doveva sentirsi troppo bene.
Senza voler mettere in dubbio le sensazioni di chi, bontà sua, ebbe la fortuna di assistere al concerto, ci sembra che (probabilmente dall'alto del suo mestiere di reporter), Cliff Radael del 'Cincinnati Enquirer' riassunse al meglio l'esibizione di questa sera. La pessima forma fisica di Elvis ormai non era più una novità; inoltre, col senno del poi, se si pensa al suo ritorno in forma dei mesi successivi, diventa effettivamente una notizia di secondaria importanza. La registrazione del conceerto, invece, ci consente una serie di interessanti punti di discussione. Il suo ingresso in scena fu accolto da un vero e prorpio boato. Laddove sul primo paio di brani la sua voce risulta un po' incerta e talvolta calante, una volta scaldate le corde vocali sfoderò un'esibizione effettivamente degna dei tempi migliori, esaltata senza ombra di dubbio anche dal potentissimo e spettacolare drumming di Larrie Londin. Dopo le prime battute di 'Love me', Elvis interruppe tutti: "Ferma, ferma... Non l'avete mai suonata così lenta... Rifacciamola". Se però si ascolta attentamente la registrazione, si sente chiaramente che la velocità impostata da Londin era effettivamente quella giusta... Ma chi avrebbe osato contraddire Elvis Presley? Interruppe anche 'And I love you so' perché dimenticò le parole e, prima di 'Burning love' si fermò a fare un annuncio di emergenza per il pubblico. L'apoteosi si toccò con le interpretzioni di 'Hurt' (cantata addirittura due volte per intero) e soprattutto 'America the beautiful', che Elvis dedicò al suo Paese in occasione del duecentesimo anniversario dell'indipendenza. Un concerto veramente interessante da ascoltare... e riascoltare. A dispetto di quello che continuano a scrivere e a dire i disinformati»
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Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".






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