Una vittoria senza conseguenze?
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E' la domanda che si pone Fernand Braudel, ricordando che una serie di storici, e primo -si potrebbe dire: naturalmente- Voltaire, hanno insistito sul fatto che negli anni successivi la vittoria non fu sfruttata a fondo (29).
In effetti riemersero antichi contrasti, mentre molti altri scacchieri impegnavano la Spagna. Nel 1575 Venezia fu fiaccata da una terribile epidemia (30). Nel 1578 don Giovanni d'Austria, che era nei Paesi Bassi a combattere contro i protestanti, morì improvvisamente. Ma si tratta di osservazioni storicamente non corrette, come già ho accennato in qualche osservazione precedente.
In realtà bisognerebbe domandarsi, per capire la portata dell'avvenimento, cosa sarebbe successo se la vittoria non ci fosse stata o, peggio, se ci fosse stata una sconfitta. Non solo tutte le posizioni veneziane nei mari Egeo, Ionio e Adriatico sarebbero cadute, ma la stessa intera Italia, forse anche la Spagna, sarebbero state alla mercé dei turchi (31).
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(29) Cfr. FERNAND BRAUDEL, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II, n. ed. it., Einaudi, Torino 1976,, p. 1181.
(30) Cfr. PAOLO PRETO, Peste e società a Venezia nel 1576, Neri Pozza, Vicenza 1978.
(31) Così conclude anche F. BRAUDEL, Op. cit., p. 1182 "anziché badare soltanto a ciò che seguì a Lepanto, si pensasse alla situazione precedente, la vittoria apparirebbe come la fine di una miseria, la fine di un reale complesso d'inferiorità della Cristianità, la fine d'un altrettanto reale supremazia della flotta turca [...] Prima di far dell'ironia su Lepanto, seguendo le orme di Voltaire, è forse ragionevole considerare il significato immediato della vittoria. Esso fu enorme". Il contemporaneo Contarini (op. cit., f. 34), scrive che prima di Lepanto "già era da tutte le parti il Christianesimo pieno di terrore".
Fonte: http://www.storialibera.it
[Modificato da AramisXXX 11/01/2006 14.57]