Come dicevo in un altro forum, la situazione palestinese è complessa, dove nessuno puo' piu' dire di avere 100% ragione o 100% torto, e dove gli anni passati hanno omrai fatto dimenticare ai piu' anche le cause iniziali. I media italiani poi, solitamente schierati in modo strafiloisraeliano (tranne quando Israele critica il Vaticano), dando una visione deformata della realta' non aiutano a farsi un'idea chiara della situazione.
Poi c'e' molta disinformazione, per es molti pensano che la questione sia nata dopo la 2' guerra mondiale, con la costituzione di Israele per volere degli angloamericani, mentre invece risale al periodo a cavallo tra il XIX e XX secolo e la Gran Bretagna (che in quel periodo con il suo triplo gioco è stata tra i principali responsabili della nascita del problema) addirittura si astenne nelle votazioni per la risoluzione 181, non ritenendo possibile la creazione di due stati diversi (loro ci aveva provato 10 anni prima per ben tre volte, ma senza successo, arrivando, nel 1939, alla conclusione che era meglio uno stato unico a etnia mista).
Si veda a proposito:
it.wikipedia.org/wiki/Palestina#Storia
it.wikipedia.org/wiki/Piano_di_partizione_della_Palestina
IMO L'unica soluzione accettabile (ragionando col senno di poi) probabilmente sarebbe stata quella proposta dagli inglesi nel 1939, dopo i 3 tentativi falliti di spartizione, ovvero quella di creare uno stato unico da rendere indipendente dal controllo mandatario 10 anni dopo, nel 1949. Poi c''e stata la seconda guerra mondiale, l'Olocausto e tutto il resto, e l'ONU, alle soglie di questa data, ha preferito tornare indietro alle ipotesi di due stati separati (infatti la GB, come dicevo prima, si astenne non essendo d'accordo con la decisione, anche se, al di l'a della linea ufficiale tenuta all'ONU, parte del suo governo appoggiava l'idea della spartizione).
Probabilmente avrebbe causato grossi attriti con i movimenti sionisti e altri anni di attentati da parte dei gruppo ebraici (tanto poi per come sono andate le cose, gli attentati ci sono stati lo stesso da parte dei gruppi palestinesi), ma avrebbe garantito l'accesso alle risorse e al territorio per tutta la popolazione e una maggiore possibilita' di usufruire dei luoghi sacri di Gerusalemme (entrambi indipendentemente dall'etnia o dalla religione). Probabilmente avrebbe anche garantito una collaborazione con gli stati confinanti, cosa che avrebbe portato benessere in tutto il medio oriente.
Il problema del piano del 1939 e' che la decisione era accompagniata anche dalle limitazioni all'immigrazione ebraica (decisione che in realta', per i problemi di disoccupazione nella popolazione palestinese causati dalle politiche con cui l'agenzia ebraica assegniava le terre, era stata gia' suggerita dalle varie commissioni reali britanniche che indagavano sui disordini degli anni '20, ma mai messa in atto fino a quel momento), per cui anche i gruppi ebraici moderati la rifiutarono, andandosi ad unire a quelli che puntavano solo alla grande Israele (che non c'e' neppure adesso, visto che comprenderebbe anche il Libano del sud e parte della Giordania). Dopo qualche anno sarebbero pero' stati "controllabili" (tipo IRA) o sarebbero stati costretti a sciogliersi.
Da un punto vi vista arabo AFAIK, oltre a ritenere le limitazioni dell'immigrazione troppo deboli (chiedevano il blocco totale) c'era, tra i moderati, anche il timore che l'eventuale popolazione ebraica, essendo minoranza, ma comunque in % ormai significativa, potesse tramite l'ostruzionismo bloccare qualsiasi tentativo di far funzionare delle amministrazioni pubbliche comuni, finendo per paralizzare il paese o rendere comunque necessaria la presenza di una potenza straniera per supervisionare il governo. Poi ovviamente anche qui tra i gruppi piu' integralisti c'era anche chi non solo voleva il blocco delle immigrazioni, ma anceh al cacciata dei coloni arrivati negli ultimi 30/40 anni e che quindi rifiutava comunque in toto il piano.
Certo, anche si fosse seguita questa via, probabilmente l'arrivo di decine di migliaia di immigrati ebrei dall'europa negli anni seguenti avrebbe rischiato comunque di far scoppiare una nuova guerra civile come quella del 1936-39, ma se non ci fosse stato uno "stato ebraico" non e' neppure detto che l'immigrazione avrebbe avuto le stesse cifre, anzi, probabilmente sarebbe mancata quasi del tutto quella di chi scappava dalle persecuzioni negli stati arabi post guerra del 1948, che non sarebbero avvenute (in molti di quegli stati le comunita' ebraiche vivevano tranquille da secoli).
Per il resto bisogna ricordare che il territorio che la risolzuione 181 assegnava allo stato arabo-palestinese (il 45% del territorio) non era autosufficente (ne' lo era quello, piu' vasto, dei tentativi di spartizione degli anni '30) a causa della mancanza d'acqua, dei pochi sbocchi al mare e della maggiore poverta'. Tant'e' che nelle sue relazioni relative al piano di spartizione l'ONU ipotizzava la massiccia costruzione di infrestrutture tra i due stati per rilanciare l'economia, finanziate internazionalmente, un'economia comune (stessa moneta, dogane "leggere", ecc...) e probabili aiuti allo stato arabo da parte di quello israeliano, ritenendo che, con un'economia fortemente legata tra i due stati, non sarebbe stato nell'interesse degli israeliani far rimanere la parte araba piu' povera. Poi le cose sono andate diversamente, da una parte c'e' stato il Plan D e i la sua pulizia etnica con lo scopo di far fuggire piu' arabi possibile dalla parte israeliana (un po' come Tito aveva fatto con gli italiani in Jugoslavia), dall'altra l'invasione da parte degli stati arabi confinanti dopo un anno di scaramucce al confine. A maggior ragione non sarebbe autosufficente neppure uno stato Palestinese odierno fatto sui confini del 67, con ancora meno territorio e una povertà ancora piu' diffusa.