FREE THE CUBAN FIVE

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AiRe
00giovedì 11 marzo 2004 01:26
mercoledi 10 marzo 2004 :
FREE THE CUBAN FIVE
ALLA COSCIENZA dei democratici e del popolo della solidarietà

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE PER LA LIBERAZIONE DEI 5 PATRIOTI CUBANI INCARCERATI NEGLI USA

Oggi, 10 marzo 2004, a Miami inizia l'udienza d'appello contro le condanne ai 5 patrioti cubani detenuti nelle prigioni statunitensi per avere tentato di impedire azioni terroristiche organizzate dal territorio degli Stati Uniti contro Cuba e per aver tentato di scoprire gli autori degli attentati a Cuba alla fine degli anni '90 (in uno di questi morì l'italiano Fabio di Celmo-ora l'attentatore vive inpunito a Panama sotto protezione nordamericana-).

I 5 compagni cubani sono stati arrestati nel settembre 1998 e condannati a pene tombali da un tribunale di Miami, con l'accusa paradossale e incredibile di aver "pensato di cospirare tramite spionaggio e aver messo in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti". Sono stati condannati senza testimoni e senza prove, sono tenuti lontani dalle loro famiglie, isolati gli uni dagli altri e non viene rispettato il loro status di prigionieri politici.

Gerardo Hernandez, Ramon Labanino, Antonio Guerriero, Fernando Gonzalez e Renè Gonzalez, le cui condanne sommate corrispondono a 4 ergastoli e 77 anni di carcere, sono "sotterrati in prigione perché si stavano avvicinando troppo al mondo dei terroristi finanziati ed organizzati dal governo di Washington" : queste le parole di Leonard Weinglass prestigioso avvocato dei diritti civili, difensore di Mumia Abu Jamal e di uno dei cinque condannati cubani. L'azione terroristica promossa dai governi statunitensi contro quasi tutti i paesi dell'America Latina è lunga e documentata storicamente, così come il loro patrocinio sulle più cruente e sanguinose dittature militari ; gli Stati Uniti, che si sono arrogati il diritto di portare la guerra ovunque in nome della lotta al terrorismo, coltivano, nel proprio grembo, fior fiore di criminali patentati, ingaggiati e addestrati dalla mafia terroristica cubanoamericana di Miami e i cinque patrioti cubani stavano combattendo il terrorismo perché Cuba, più d'ogni altro paese, è stata ed è vittima d'ininterrotte azioni terroristiche sostenute da tutti i governi statunitensi da più di 40 anni.

Di questi avvenimenti se ne parla poco e niente in Italia e in Europa, nonostante l'impegno di premi Nobel, intellettuali e centinaia di personalità nel mondo per chiedere di liberare dal "hueco", il buco(cioè la prigione punitiva) i 5 cubani, ed anche per rendere giustizia ai familiari delle oltre 2000 persone che, in meno di due anni, sono "sparite" negli uffici delle varie polizie degli USA per le leggi antiterrorismo(che prevedono anche la licenza di uccidere) senza che la famiglie possano, appunto, sapere nulla di loro e senza che nessun avvocato li possa difendere. E' necessario rispondere positivamente all'appello dei giuristi dagli USA che chiedono per il 10 Marzo 2004 la massima mobilitazione a livello internazionale :

PRESIDIO OGGI 10 MARZO, ORE 18.00, DAVANTI AL CONSOLATO USA A MILANO, LARGO DONEGANI

Parafrasando l'appello dei premi Nobel che si rivolgono alla coscienza del mondo e ai principi universali della sovranità nazionale, del rispetto dell'integrità territoriale e del diritto all'autodeterminazione, ci rivolgiamo alla coscienza dei compagni e delle compagne per chiedere il massimo impegno internazionalista a fianco di Cuba.

DIFENDI CUBA E L'IDEA CHE UN ALTRO MONDO POSSIBILE HA BISOGNO ANCHE DELL'ESPERIENZA RIVOLUZIONARIA DI CUBA

pubblicato da : Milano
mercoledi 10 marzo 2004

fonte bellaciao.org/it/article.php3?id_article=2478

[Modificato da AiRe 11/03/2004 1.27]

AiRe
00giovedì 29 aprile 2004 01:46
Cuba ha dimostrato a Ginevra la forza della Rivoluzione

L'Avana, 26 apr (PL) Cuba ha dimostrato presso la Commissione di Diritti Umani (CDH), di Ginevra, l'enorme forza della sua Rivoluzione, ha manifestato oggi qui José R. Balaguer, dell'Ufficio Politico del PCC.


Nel dare il benvenuto alla delegazione cubana, Balaguer ha detto che quel che è successo nel conclusosi 60º periodo di sedute della CDH non è stata una semplice votazione, ma una vittoria ideologica che dimostra quanto si può fare nel mondo.



Il dirigente del Partito ha rilevato anche la dignità dei diplomatici cubani, i soli a denunciare gli USA per le violazioni dei diritti umani di oltre 600 prigionieri nella base di Guantanamo.



Come esempio che Cuba ha alzato la sua voce nella difesa degli sfruttati del mondo, alcuni degli oratori hanno fatto menzione dei 12 progetti presentati dalla delegazione e approvati dalla CDH.



Questi riguardano, tra altri temi, il diritto alla vita, all'alimentazione, alla partecipazione popolare e i diritti dei popoli indigeni.



Secondo gli oratori, a Ginevra sono rimaste allo scoperto le bugie contro Cuba, semplicemente per la sua vocazione indipendentista e rivoluzionaria, e le idee che hanno trionfato sono quelle del Terzo Mondo.



Hanno ribadito che in questo periodo di sedute, la CDH è stata testimone di come la verità si fa sentire e riesce a smascherare una potenza egemonica quale gli USA.



Alla cerimonia di ricevimento si trovavano i famigliari dei cinque cubani accusati e detenuti nei carceri degli USA per cospirare e agire da agenti stranieri.



Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Fernando González, René González e Ramón Labañino sono stati condannati a delle pene eccessive, che comprendono dal doppio ergastolo ai 15 anni.



I loro parenti devono anche sopportare costanti violazioni dei diritti umani perché gli impediscono di vederli e questo, come parte della delegazione, lo hanno esposto anche presso la CDH.

fonte www.prensalatina.com.mx/article.asp?ID=%7B43099BC6-97A9-11D8-B4B6-0060971B6540%7D&lan...
AiRe
00venerdì 28 maggio 2004 02:56
Comitati avvocati per liberazione I Cinque a Cuba

Santiago de Cuba, 26 mag (PL) Il giudizio fatto a Miami, Florida contro I Cinque cubani si è fatto in un ambiente anticubano, hanno denunciato oggi qui gli avvocati cubani in una conferenza sul processo di appello presso l'Undicesimo Circuito di Atlanta.


I professori della Facoltà di Diritto dell'Università dell'Oriente, Humberto Palacios e Rene Fidel Gonzalez hanno spiegato alcune delle caratteristiche del sistema giudiziario nordamericano e le ragioni della loro aspettativa presso un auditorio integrato quasi del tutto da giornalisti.



Lo scorso 10 marzo si é fatto a Miami l'udienza orale dinanzi dei tre giudice dell'Undicesimo Circuito di Atlanta, che secondo gli avvocati , hanno disposto di un tempo limitato per la revisione di circa 14 mila documenti dei cinque processati e poi emettere il fallo.



Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Fernando González, Antonio Guerrero e René González furono processati da sei anni con l'accusa di cospirare e attuare come agenti esteri, quando in realtà prendevano informazione sui piani di azioni terroristici che si facevano al sud della Florida contro Cuba.



Ambi due professionisti integrano il Comitato di avvocati per la liberazione dei Cinque come glieli conosce internazionalmente, in questa provincia orientale cubana, il quale da più un anno realizza un amplio lavoro nella diffusione della realtà degli eroi in centri di lavoro e scuole.


prensalatina
AiRe
00domenica 8 agosto 2004 03:21
L'Avana. 6 agosto 2004



Amici greci di Cuba esigono la liberazione del Cinque eroi
ATENE – L’agenzia PL ha reso noto che le organizzazioni di solidarietà, di massa e sindacali esigono la liberazione dei Cinque Cubani combattenti contro il terrorismo prigionieri nelle carceri degli USA, detenzione ritenuta ingiusta e obbrobriosa per il popolo di Cuba.

“La campagna per la liberazione di Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero, Fernando Gonzalez, Ramon Labannino e René Gonzalez la manterremo in piedi fino a quando non torneranno a casa”, ha affermato Costas Tumasatos, segretario generale della Associazione di Amicizia e Solidarietà Grecia-Cuba.

Tumasatos, che esercita la professione di avvocato, afferma che “questo tema è assolutamente prioritario per la nostra organizzazione ed abbiamo trovato l’adesione di molteplici gruppi alla campagna per la loro liberazione”.

“L’Associazione” – ha riferito Tumasatos – “ha costituito un Comitato per la Difesa dei Cinque allo scopo di amplificare e canalizzare la campagna attraverso varie vie. Del Comitato fanno parte alcune personalità politiche (come ex-ministri e sindaci) e della cultura greca”.

Tumasatos ha insistito sul fatto che “non smetteremo di lottare fino a quando non verranno liberati e continueremo fermamente questa campagna pubblica con articoli sulla stampa, riunioni ed altre iniziative di solidarietà”.


www.granma.cu/italiano/2004/agosto/vier6/amigos-it.html

nota di AiR:

invece amici italiani vorrebbero la liberazione di una settantina di dissidenti cubani www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=4506&idd=1632
AiRe
00mercoledì 13 ottobre 2004 04:40
Cuba ha le stesse priorità della gente comune
Vinciane Convens & Katrien Demuynck 11/10/2004
URL : www.anti-imperialism.net/lai/texte.phtml?section=BF&object_...

Cuba
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Cuba ha le stesse priorità della gente comune
Intervista di Vinciane Convens a Katrien Demuynck, responsabile di “Initiativa Cuba Socialista”, associazione belga di solidarietà internazionale che organizza ogni anno la giornata “Che Présente” dedicata alla figura del rivoluzionario Ernesto Che Guevara e a Cuba Socialista.

Vinciane Convens & Katrien Demuynck

Oggi, in particolare col film “I diari della Motocicletta”, la figura di Che Guevara suscita una nuova infatuazione senza precedenti. Un incoraggiamento per la giornata “Che Présente”?

Katrien Demuynck. Partecipiamo da anni al dibattito sul Che. Sui caschi degli operai di alcune fabbriche, sui manifesti o sulle t-shirt nelle scuole e nelle università... la figura del Che è ovunque. Le persone conoscono tuttavia molto poco Che Guevara. E questo è normale. Innanzitutto, perché viene tradotto abbastanza poco nelle nostre lingue (francese e fiammingo, ndt) e poi perché i suoi scritti non sono sempre facili da abbordare.

La figura del Che riscuote unanimità?

Katrien Demuynck. Niente affatto. Si tenta spesso di diluire il suo pensiero e di renderlo innocuo, presentandolo come un sognatore che è fallito, ad esempio. In realtà il Che sapeva molto bene quello che faceva. Aveva studiato tutti i grandi rivoluzionari: Marx, Engels, Lenin, Mao, Ho Chi Minh... Non ne era più alla ricerca di come cambiare il mondo. Sapeva molto bene verso quale società andare: il socialismo. Era molto di più di un ribelle sognatore.

Poi, ci sono i fascisti. I giovani del Vlaams Blok hanno appena fatto un sito con l’unico scopo di distruggere l’immagine di Che Guevara. Spendono, quindi, una quantità denaro e di energia al solo scopo di cercare di dimostrare che il Che era un “pericoloso estremista ed un terrorista”. Vorrebbero farci credere, tra l’altro, che dopo essere stato presidente della banca nazionale ed essersi riempito “le tasche, è partito per l’Africa e poi in Bolivia”. Strana affermazione quando si sa benissimo che, proprio quando Che Guevara era il presidente, all’inizio della rivoluzione, le casse della Banca Nazionale erano completamente vuote: i borghesi e la classe dominante del paese erano fuggite con tutto il denaro.

Perché si vuole distruggere la figura del Che?

Katrien Demuynck. Perché è un esempio che fa paura alla classe dominante. Appena le persone si ribellano per le proprie condizioni di vita in America Latina, per lottare per l’insegnamento pubblico in qualsiasi paese d’Europa, o contro le condizioni di lavoro in Belgio, ecco che appare l’immagine del Che. Per questo qualcuno cerca di distorcerla. Ma i giovani del Vlaams Blok dovrebbero fare attenzione: Reporter Senza Frontiere aveva già utilizzato la celebre foto di Korda di Che Guevara per fare un discorso simile. La figlia del fotografo li ha perseguiti penalmente. Hanno ricevuto l’ingiunzione di arrestare la diffusione del loro materiale menzognero con la foto di Korda e hanno dovuto pagare una somma di risarcimento molto elevata.

Per voi, cosa significa “essere come il Che”?

Katrien Demuynck. I ho potuto incontrare un uomo come il Che. E’ stato questa estate, in un supercarcere degli Stati Uniti. Si tratta di Gerardo Hernandez, uno dei cinque prigionieri cubani negli USA. Gerardo ha messo da parte la sua carriera (voleva essere un diplomatico) e sua moglie per andare a compiere il dovere che si gli era stato proposto: infiltrarsi negli ambienti dell’estrema destra a Miami per impedire nuovi attentati contro Cuba. Con i suoi quattro compagni, ha lasciato la sua isola, la sua donna e la sua famiglia senza potere spiegare niente. Non ha avuto esitazioni. È restato per anni a Miami prima di essere arrestato dalle autorità degli USA. Ha trascorso 17 mesi in completo isolamento, ha subito un processo terribilmente ingiusto a Miami, ha ricevuto una pena assurda, non sempre ha potuto vedere sua moglie a cui gli USA rifiutano il visto, deve vivere tra i criminali... Quando gli ho chiesto come sopportava tutto questo, mi ha risposto: “In ogni momento difficile, ho pensato al Che e a quello avrebbe fatto lui. Il Che insisteva molto sulla nozione di uomo nuovo. Per costruire una società nuova, c’era bisogno di un uomo nuovo. Io non sono eccezionale. Sono convinto che se chiedi di fare la stessa cosa a 10 cubani per strada, almeno 7 accetterebbero”. E’ questo l’uomo nuovo del Che: la prima preoccupazione di un cubano, è il benessere della società, molto prima del suo benessere individuale.

“Initiativa Cuba Socialista” ha fondato il comitato “Free The Five” in Belgio. Diffonderemo delle petizioni per la liberazione dei cinque cubani durante la giornata “Che Présente”. Con “Initiativa Cuba Socialista”, abbiamo deciso anche di pubblicare un piccolo libro che riprenda alcuni punti essenziali del pensiero del Che citandolo direttamente. Si chiama “Sulle tracce del Che”. È uno strumento per questo dibattito e ci permette di capire meglio ciò di cui si parla.

Gerardo Hernandez parla di “benessere della società”... cubana?

Katrien Demuynck. Non solo. Quando, il mese scorso, diversi cicloni si sono abbattuti sui Caraibi, Cuba ha fatto un lavoro di prevenzione straordinario. L’ONU, del resto, ha citato l’isola come un esempio dichiarando che il suo modello poteva essere applicato ad altri paesi che hanno delle condizioni economiche simili o addirittura migliori. Ma le autorità cubane non si sono accontentate di proteggere la propria isola. Hanno mandato, da anni, circa 500 medici cubani ad Haiti, così come dei medicinali. I cubani non hanno niente da guadagnare aiutandoli. Per l’iniziativa “Che Présente”, abbiamo invitato il dottore cubano Sergio Antonio Rabell Piera, responsabile del programma medico di solidarietà internazionale, per una conferenza su questa solidarietà pratica Sud-Sud.

I medici cubani vanno anche a Venezuela?

Katrien Demuynck. Certo. Il presidente progressista del paese, Chavez, non ha i medici e gli insegnanti di cui ha bisogno per intraprendere una grande campagna di alfabetizzazione e di cure nei quartieri poveri. Cuba glieli offre. Questa alleanza rappresenta un grande pericolo per gli USA. Il punto comune di questi due paesi e dei loro dirigenti attuali è, infatti, innanzitutto la sovranità nazionale così come la volontà di costruire una società più giusta. Ciascuno lo fa al suo modo, ma la cosa più importante è che si rinforzano tra loro. Il Venezuela rompe il blocco imposto dagli USA vendendo il suo petrolio a Cuba. L’alleanza contro gli USA si fa sempre più forte in America Latina. Cuba guadagna ogni volta di più in prestigio tra i governi della regione. In questo quadro, anche l’alleanza col Venezuela è molto importante.

Tutta questa generosità cubana non è solo un mezzo per farsi propaganda su vasta scala?

Katrien Demuynck. È vero. Ma in questo caso, il termine “propaganda” non mi sembra affatto negativo. La “propaganda” cubana ad Haiti, in Venezuela o in Africa, è di andare a portare la speranza di una società dove le persone vengono prima del profitto, dove l’educazione e la salute di tutta una popolazione contano molto di più dei benefici di un pugno di multinazionali. Occorrerebbe più “propaganda” di questo tipo nel mondo. Cuba è un paese molto povero che subisce un blocco quasi totale. Tuttavia, il suo tasso di mortalità infantile è equivalente a quello del Belgio. Le priorità di Cuba sono quelle della gente comune: che cosa c’è di più prezioso per un uomo o una donna della vita del suo bambino?

Come ti sei trovata a Cuba, la prima volta?

Katrien Demuynck. Avevo sempre avuto voglia di conoscere Cuba, soprattutto quando ero in Nicaragua negli anni ‘80: avevo incontrato dei medici cubani e dei progressisti che me ne parlavano molto. Alla fine ci sono andata nel 1994, come responsabile di un viaggio. Era il peggiore momento del periodo speciale (in seguito alla caduta dell’Unione Sovietica e al rafforzamento del blocco imposto dagli USA, i cubani si sono ritrovati quasi senza risorse), ma malgrado tutto io rimasi stupita: non c’era malnutrizione, non c’erano bambini che morivano di fame nelle strade... I cubani erano, in effetti, un po’ arrabbiati con me, perché io ero molto entusiasta mentre loro vivevano il peggior periodo della loro storia. Ma gli rispondevo che avrebbero dovuto visitare il Nicaragua, tornato sotto il dominio degli USA, per comprendere il mio entusiasmo. Scoprivo un altro mondo, un mondo migliore.

Un mondo che volete fare scoprire?

Katrien Demuynck. Assolutamente. Cuba, anche in quanto paese povero, è una sfida per un paese come il Belgio. Le condizioni di lavoro e la pressione sui lavoratori non hanno niente a che vedere con ciò che viviamo qui. Non c’è quasi disoccupazione (il 3%) e tutti i disoccupati ricevono il loro sussidio e quando qualcuno non ha lavoro, è responsabilità dello stato di trovargliene uno. La sanità è totalmente gratuita, mentre qui, per esempio negli ospedali di Bruxelles, un terzo dei pazienti non può pagarsi il suo ricovero. Anche gli studi sono totalmente gratuiti, il materiale scolastico, libri e grembiuli compresi. Ho avuto l’opportunità di incontrare in due riprese una delegazione di 19 sindacalisti metalmeccanici della FGTB (la CGIL belga, ndt) di Bruxelles che sono andati in visita a Cuba questa estate. Prima di partire dicevano “staremo a vedere”. Sono ritornati meravigliati. Saranno presenti al “Che Présente” per raccontarvi la loro esperienza sul posto.

La solidarità con Cuba, si limita ad una festa all’anno?

Katrien Demuynck. Niente affatto! Organizziamo formazione su Cuba e sul Che negli ambienti dell’associazionismo e in quello della cultura. Organizziamo anche dei viaggi sul posto e delle brigate di giovani a Cuba. Abbiamo alcuni comitati di base in differenti città del Belgio. È un buon modo per esprimere la nostra solidarietà. In più, organizziamo almeno due volte all’anno una manifestazione davanti all’ambasciata degli USA. “Initiativa Cuba Socialista” è anche la fondatrice del comitato “Free The Five” in Belgio e coordina la campagna europea per la liberazione dei cinque cubani. Abbiamo appena fatto una nuova petizione per la Commissione dei Diritti umani del Parlamento europeo, per la liberazione dei Cinque, per l’arresto totale del blocco contro Cuba, e per la ripresa di relazioni rispettose tra Unione Europea e Cuba. A partire dal 30 ottobre, proporremo a nuove persone di diventare membri di “Initiativa Cuba Socialista”.


www.anti-imperialism.net/lai/texte.php?langue=5§ion=BF&...
AiRe
00lunedì 27 dicembre 2004 21:38
L'Avana. 21 Dicembre 2004



L’Ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede
ha presentato il libro
“Cuba sì” a Roma
• Isidro Gómez Santos ha anche risposto a molte domande
sulla causa dei 5 Eroi cubani

INES VENTURI

Si è svolta a Roma il giorno 17 dicembre, presso la Casa dei Popoli, organizzata dal Comitato di Solidarietà con Cuba Fabio Di Celmo, con la partecipazione di Italia-Cuba di Roma (Maria Fierro, Franco Costanzi tra gli altri), il Forum Diritto a Comunicare, il Partito dei Comunisti Italiani del Lazio, l'onorevole Nicola Galloro delegato del Sindaco della città dei Democratici di Sinistra, Teleambiente, l'Associazione Internazionale di Amicizia e Solidarietà con i Popoli e diverse altre organizzazioni di solidarietà, una grande manifestazione per Cuba con tanti giovani, uomini e donne del Partito della Rifondazione Comunista, del mondo cattolico, rappresentanze diplomatiche tra le quali il primo segretario dell'Ambasciata della Corea del Nord, di comunità straniere (dell'Africa, del latinoamerica, del Mediterraneo, dell'Est europeo), semplici cittadini e una delegazione di pastori sardi che hanno portato i loro prodotti tipici.

Isidro Gomez Santos, ambasciatore della repubblica di Cuba presso la Santa Sede e l'Ordine di Malta, dopo l'introduzione dello scrittore Michele Capuano, ha presentato il libro "Cuba Si", un’importante raccolta di poesie e poi ha risposto alle tante domande dei presenti sulla libertà, sulle conquiste della Rivoluzione, riguardo i 5 Eroi cubani ingiustamente detenuti negli Stati Uniti, su Cuba e la religione.

L'assemblea ha approvato l'idea di lanciare una raccolta di firme in Italia e nel mondo per proporre il Premio Nobel per la Pace a Fidel Castro. Alla fine della serata si sono svolti i concerti di musica popolare.

Il libro "Pace e Libertà" è un’antologia internazionale di poesia con poeti cubani, internazionali e grandi scrittori italiani, con il prologo di Alberto Granado) i cui proventi serviranno a finanziare una sala convegni dedicata a Fabio Di Celmo nel museo Casa Africa de La Habana. Sono già previsti (Matera, Chieti, Genova, Milano, Palermo...) tanti incontri in Italia per il 2005 che hanno lo scopo di comunicare la verità su Cuba, chiedere la libertà dei 5 eroi cubani e giustizia per Fabio, rafforzare i progetti di solidarietà e amicizia... la lotta prosegue.


www.granma.cu/italiano/2004/diciembre/mar21/embajada.html
AiRe
00lunedì 27 dicembre 2004 21:45

L'assemblea ha approvato l'idea di lanciare una raccolta di firme in Italia e nel mondo per proporre il Premio Nobel per la Pace a Fidel Castro.



noto leggendo il resto dell'articolo questa simpatica frase!!! [SM=x82308] [SM=x82308] [SM=x82308]

se qualcuno oltre a farmi vincere miss e mister avatar porporresse la mia candidatura al come dittatore dell'anno gliene sarei grato!!! [SM=x82308] [SM=x82308] [SM=x82308]
AiRe
00mercoledì 20 luglio 2005 02:07
Cuba: L' ONU dichiara che la detenzione dei cinque cubani, incarcerati negli Usa per spionaggio, è illegale
La detenzione dei cinque cubani che furono accusati di spionaggio negli USA è illegale e viola il diritto internazionale, secondo una dichiarazione della comissione ONU.
Fonte: EP/AP
15 luglio 2005

La decisione della comissione sulle detenzioni arbitrarie dice che ai cinque cubani - accusati nel 2001 di essersi infiltrati nelle basi militari USA e nei gruppi degli esiliati in Florida - è stata negata l'accesso totale alle prove e ai loro avvocati.

Nel verdetto della comissione si legge che " il giudizio non si è sviluppato in un clima di oggettività e imparzialità che si richiede per giungere alla conclusione che si richiede l'osservanza delle norme di un giudizio imparziale ".
I procedimenti giudiziari del caso risultano incompatibili con gli accordi internazionali, sottoscritti dagli USA, che garantiscono che " ogni persona accusata di un delitto ha il diritto di utilizzare tutte le opportunità necessarie per preparare la propria difesa" come segnala la dichiarazione.


Patrioti cubani

Gli agenti confessi Geraldo Hernández, Antonio Guerrero, Ramón Labanino, Fernando González e René González, che si definiscono "patrioti cubani", hanno denunciato la sentenza come "chiaramente política". Per ora stanno scontando le pene che oscillano dai 15 anni di carcere all'ergastolo.


I cinque furono arrestati nel settembre del 1998 e messi in isolamento per 17 mesi.


Leila Zerrougui, presidente della comissione, ha segnalato che non può commentare la decisione finchè non scade il tempo concesso agli USA per dare la propria risposta.


" Abbiamo adottato una decisione e l'abbiamo comunicata agli USA " ha detto Zerrougui alla AP al telefono dall'a Algeria, dove risiede " però non possiamo parlare di questi aspetti " ha aggiunto


Note:

traduzione di Nello Margiotta per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte e il traduttore

italy.peacelink.org/latina/articles/art_11972.html
Giocaribe
00mercoledì 20 luglio 2005 03:03
Non é neanche l'ultimo degli abusi perpetrati dagli USA, leggi Guantanamo, oltre alle varie risoluzioni ONU neanche tenute in considerazione, sempre dagli USA a proposito dell'IRAQ...
Dai tempi di U Thant l'assoggettamento ONU per parte USA é sempre venuto via via sfumando, ma non nel senso auspicato. Ora , ed a chiare lettere, é sotto il ricatto economico e la totale indifferenza rispetto le e decisioni assunte. Fino a quando non verrá riformato almeno nella procedura delle votazioni rimane solo una voce nel deserto
otraves
00mercoledì 20 luglio 2005 15:58
Del resto non è un giorno che l'America importa prigionieri [SM=g27816] ed esporta democrazia...........[SM=x82301]
AiRe
00domenica 21 agosto 2005 05:39
Cuba: processo da rifare, vittoria negli Usa per 5 agenti di Fidel
Una corte d'appello americana ordina che sia riaperto il procedimento contro 5 uomini dei servizi cubani condannati a pene pesantissime. Era stato negato loro ogni diritto alla difesa. Ora i giudici statunitensi riconoscono che a Miami, roccaforte della destra anti-castrista, il processo era stato una farsa
Gianni Minà
Fonte: Il Manifesto
12 agosto 2005


La risoluzione della Corte d'appello federale di Atlanta (che ha giurisdizione sulla Florida) e che l'altro ieri ha revocato la sentenza espressa dal tribunale di Miami nella primavera del 2003 contro i cinque cubani, prigionieri da sette anni, accusati di spionaggio e condannati in primo grado a pene tombali, è sicuramente un fatto storico e rivela il disagio morale di una parte sostanziosa della società civile nordamericana. È un disagio che nasce dalla preoccupazione per la deriva in cui stanno naufragando i diritti civili nel paese per le leggi, presuntamente «anti-terrorismo», varate dal presidente Bush dopo l'11 settembre 2001 e ribadite recentemente. Renè Gonzales, Fernando Gonzales, Gerardo Hernandez, Ramon Labañino e Antonio Guerrero, cinque agenti dell'inteligence cubana infiltrati una decina di anni fa negli Stati uniti per individuare e denunciare le centrali terroristiche che dalla Florida organizzavano attentati nell'isola (oltre tremila le vittime in trent'anni, tra cui l'italiano Fabio Di Celmo) sono usciti infatti da un incubo e da una trappola che aveva annientato le loro vite e ogni loro diritto alla difesa.


E questo anche se la loro odissea non è finita, perché dovranno affrontare un nuovo processo. I tre giudici della Corte d'appello di Atlanta che potevano intervenire solo se avessero accertato (come è avvenuto) errori legali e di diritto commessi nel primo giudizio, hanno voluto sottolineare il fatto che non si poteva svolgere un processo per spionaggio a imputati cubani, oltretutto fedeli alla rivoluzione, in una città come Miami dove c'erano pressioni esplicite della comunità anti-castrista nei riguardi dei giudici e anche minacce di rappresaglie. Il lavoro di indagine degli imputati sul terrorismo pianificato in Florida verso Cuba dai vari Luis Posada Carriles, Orlando Bosh, Rodolfo Frometa, o dai Fratelli del riscatto di José Basulto, tesi ad atterrare l'ultima risorsa economica dell'isola, il turismo, aveva scoperchiato infatti una realtà inquietante per il paese ritenuto leader della democrazia ed aveva evidenziato responsabilità negli attentati anche ai più alti livelli dell'apparato dello stato.


Era il mondo che proteggeva, per esempio, i Fratelli del riscatto, il cui leader Basulto, si vantava di atti di aggressione verso Cuba e di violare con piccoli aerei Cessna lo spazio aereo dell'isola lanciando manifestini di propaganda controrivoluzionaria. Finché un giorno, dopo 23 note diplomatiche di protesta senza risposta, a Cuba, disgraziatamente avevano deciso di abbattere due di quegli aerei, «come avrebbero fatto sicuramente negli Stati uniti». Era stato questo contesto a costringere il presidente Clinton a non insistere sulle sanzioni verso il governo di Fidel Castro.


Una diplomazia sotterranea allora attiva fra i governi de l'Avana e di Washington (tramite anche personalità prestigiose come Gabriel Garcia Marquez) spinse infatti, dopo quell'episodio a intraprendere un'azione comune contro il terrorismo. E Cuba decise che forse era arrivato il momento di collaborare con i funzionari più responsabili dell'amministrazione Clinton e di segnalare al di fuori dei canali ufficiali i risultati ai quali erano giunti i propri agenti di sicurezza che rinunciando a una vita familiare e costituendosene una speciale, anche se amara, avevano raccolto le prove tangibili dell'attività sovversiva di alcune organizzazioni terroristiche attive dalla Florida contro la rivoluzione.


Il presidente Clinton, attraverso l'Fbi, aveva accettato la proposta di collaborare per eliminare questi focolai, questi imbarazzanti centri eversivi, però in seguito la logica politica degli Stati uniti gli aveva fatto cambiare idea (non a caso la Fondazione nazionale cubana-americana aveva finanziato, con una cifra pesante, la sua seconda campagna elettorale).


Così il governo di Washington, al momento di agire, invece di catturare i terroristi aveva autorizzato l'arresto dei cinque cubani che ne avevano denunciato la presenza e l'attività. I cinque cubani che dopo aver passato diciassette mesi in cella d'isolamento senza alcuna ragione avevano poi dovuto aspettare tre anni per un processo surrealista e incorretto, nel quale furono accusati perfino di essere gli indiretti responsabili dell'abbattimento dei due aerei Cessna dei Fratelli del riscatto.


Adesso questi superstiti di una persecuzione inaudita sperano di poter capire nel nuovo processo in base a quali ragionamenti logici sono stati considerati colpevoli e quali argomenti sono stati utilizzati per stabilire le loro pene (alcuni dovrebbero scontare due ergastoli).


Insomma stanno tentando di uscire indenni da una delle pagine più oscure della giustizia nordamericana. Una storia nella quale l'avvocato Leonard Weinglass, difensore di Antonio Guerrero - vecchio combattente per i diritti civili che è stato il difensore dei Cinque di Chicago, di Mumia e di Angela Davis - afferma perfino siano stati violati il V e VI emendamento della Costituzione del paese che impone un giudizio rapido e una giuria imparziale. E denuncia anche offese, privazioni e torture carcerarie agli imputati ingiustificate e indegne della parola democrazia.


In tutta questa storia il ruolo più avvilente, in questi anni, lo ha recitato l'informazione che ha praticamente ignorato i fatti. Nel 2003, per esempio, dopo aver aspettato il giudizio per 33 mesi, 17 dei quali in isolamento e quattro settimane nell'hueco (il buco, una cella di due metri per due dove la luce è sempre accesa) il ritorno dei cinque cubani a una cella normale fu possibile solo grazie a una campagna internazionale alla quale parteciparono molti liberals nordamericani, più di cento deputati laburisti inglesi e Nadine Gordimer, scrittrice sudafricana premio Nobel per la letteratura. Non hanno invece mosso un dito i famosi reporter sans frontier, sempre assenti nelle battaglie per le violazioni dei diritti umani negli Stati uniti, e nemmeno purtroppo i rappresentanti dei partiti progressisti italiani.


Una storia imbarazzante, una storia che conferma l'orgoglio sopito dei mezzi d'informazione dei grandi paesi liberi, come il New York Times che ha offerto uno spazio a Renè Gonzales, Fernando Gonzales, Gerardo Hernandez, Ramon Labañino e Antonio Guerrero, solo dopo che un comitato di solidarietà ha comprato una pagina del giornale per segnalare un caso così indecente e scabroso.


E in questi giorni l'informazione sull'argomento è stata ancora una volta ambigua. La Repubblica, per esempio, ha dato notizia degli sviluppi del caso senza mai citare che i cinque cubani si erano infiltrati nella società nordamericana per individuare e neutralizzare le organizzazioni terroristiche che dagli Stati uniti organizzavano attentati a Cuba. Eppure l'Onu solo un mese fa aveva ribadito che la sentenza verso i cinque cubani era «arbitraria» ma che conta più l'Onu nell'era in cui Bush e Blair vogliono conculcare, in nome della guerra al terrorismo, i diritti civili più elementari?




italy.peacelink.org/latina/articles/art_12270.html
AiRe
00domenica 21 agosto 2005 05:41
IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito a padova e nel veneto

L'articolo originale all'indirizzo: www.pane-rose.it/pagina_art.php?id_art=5141



Il Tribunale di Atlanta revoca le sentenze e le condanne ai Cinque


(11 agosto 2005)




9 agosto - Un tribunale federale d’appello ha revocato oggi all’unanimità le sentenze di colpevolezza e gli ergastoli ai quali erano stati condannati i cinque cubani accusati di spionaggio, affermando che non hanno avuto un giusto processo a causa dei pregiudizi della comunità di Miami e alla vasta diffusione avuta dallo stesso nella città. Commentando la sentenza del Tribunale d’Appello e del Gruppo di Lavoro dell'ONU, il Presidente dell'Assemblea Nazionale, Ricardo Alarcón, ha dichiarato a Granma Internacional che adesso quello che compete al Governo degli Stati Uniti è semplicemente la loro liberazione.

“È una decisione molto importante – ha aggiunto Alarcón - perché è quello che abbiamo detto durante tutti questi anni, sia gli accusati sia i difensori e tutti i gruppi di solidarietà nel mondo che sono sorti in questi anni. La condanna e la sentenza sono annullate ed è stato ordinato di fare un nuovo processo. Questo è quello che ha deciso la Corte d’Appello di Atlanta.

E’ qualcosa di molto importante, perché implica il fatto di riconoscere che si è trattato di un processo viziato, che è state violata una serie di norme fondamentali del diritto, compreso forse la più ovvia: che è stata montata tutta questa farsa giudiziaria contro 5 combattenti del terrorismo, che sono stati accusati di lottare contro i gruppi terroristici di Miami, e l’obbligo che il processo avesse luogo a Miami. Questa è stata una grave violazione della giudice e inoltre è una prova suprema del modo in cui ha agito il Governo degli Stati Uniti, dato che come riconoscono i magistrati nella loro sentenza di oggi, un anno dopo, quello stesso Governo aveva detto che non si può fare un processo imparziale a Miami su qualsiasi fatto che si riferisce a Cuba.

Credo che, in essenza, la decisione risponda fondamentalmente a un’impostazione di base fatta dalla difesa. Nessuno può dire ora che non abbia fondamento tutta la nostra denuncia sul fatto che il processo era falso, che era pieno di pregiudizi, che era perfino assente il senso della giustizia, perfino quello della giustizia nordamericana, e che dal punto di vista strettamente tecnico nordamericano, il minimo che avrebbero dovuto fare era annullarlo e rifare un nuovo processo e questo è stato ciò che hanno deciso i magistrati. Ora tocca agli Stati Uniti rispondere. La risposta è molto semplice.

Alcuni giorni fa, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite aveva stabilito che l'arresto di questi cinque cubani e tutto il processo era stato arbitrario e contrario al diritto. Essere privati della libertà contro la legge, è un sequestro. Ora un tribunale nordamericano determina che quello che ha fatto il Governo degli Stati Uniti contro queste persone non è stato legale e per questo motivo lo annulla e ordina di rifare il processo, che si faccia giustizia. Quello che deve fare il Governo degli Stati Uniti, immediatamente, è di metterli in libertà. Se li vuole accusare di altre cose, che li accusi, che presenti prove, che cerchi un tribunale imparziale per processare cinque uomini che oggi si trovano sequestrati e che devono essere liberati. È molto importante ora vedere che i grandi mezzi internazionali scoprano la notizia. Se lo dice la CNN, permetteranno che il popolo degli Stati Uniti conosca la verità, perché i tre magistrati hanno detto quello che è stato detto oggi, perché i cinque esperti delle Nazioni Unite hanno detto quello che loro dicono oggi, che permettano al popolo degli Stati Uniti, che permettano alla gente di conoscere la verità, i fatti, quello che hanno detto le parti in questo processo, per vedere a quale conclusione arriverà la gente. Io non ho il minimo dubbio che qualunque persona onesta, integra, che analizzi questo caso giunga alla stessa conclusione. Lo hanno appena fatto i magistrati nordamericani. Per loro il mio rispetto, sono giuristi di fama negli Stati Uniti, con un lungo curriculum, e si sono pronunciati nell'unico modo che possa farlo qualunque persona onesta, la stessa cosa farà il popolo degli Stati Uniti, quando i monopoli che hanno l'egemonia sui mezzi di informazione in quel paese permetteranno loro di conoscere la verità, di far valere il Primo Emendamento, che è quello che dà il diritto all'informazione”.

Il Tribunale ha accettato gli argomenti della difesa

Un gruppo di tre giudici del Tribunale d’Appello di Atlanta ha ordinato la ripetizione del processo, accettando gli argomenti degli avvocati difensori riguardo le sentenze di colpevolezza emesse nel 2001.

Nessuno dei membri della giuria era cubano, ma gli avvocati avevano messo in discussione il processo per difetto di forma e di fondo.

I Pubblici Ministeri federali non hanno rilasciato per ora commenti sulla decisione del Tribunale d’Appello.

Inoltre, è stata annullata la condanna per cospirazione per commettere omicidio contro Gerardo Hernández.

Hernández era stato condannato a due ergastoli, con l’accusa della morte di quattro cubani esiliati che volavano con due aerei da turismo abbattuti nel 1996 da un MIG della Forza Aerea cubana.

I cinque erano stati condannati nel giugno del 2001 essendo stati ritenuti colpevoli di avere agito come agenti non registrati di un Governo straniero.

I Cinque avevano ammesso di essere agenti del Governo cubano, ma hanno detto che stavano spiando gruppi di esiliati “terroristi”, non il Governo degli Stati Uniti.

Avvocati della difesa hanno detto che il principale compito degli agenti era quello di far frustrare le azioni di estremisti esiliati che appoggiavano azioni di terrorismo a Cuba, compresa una serie di attentati a La Habana nel 1997 in cui morì un turista e altri 12 rimasero feriti.

Prensa Latina ha indicato che dal 10 marzo dell'anno scorso, tre magistrati nordamericani erano stati incaricati dall’XI Circuito della Corte d’Appello di Atlanta di rivedere il caso di Gerardo Hernández, René González, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e Fernando González.

Trascorsi quasi 17 mesi, dopo aver rivisto un gran numero di documenti, i giudici si sono pronunciati, all'unanimità, per la revoca delle sentenze ai Cinque - come sono noti nelle campagne internazionali per la sua liberazione – e hanno ordinato lo svolgimento di un nuovo processo.

I Cinque erano stati arrestati nel settembre 1998, e dopo 17 mesi di confino solitario, sottoposti a Miami a un processo pieno di irregolarità.

Secondo le sentenze revocate oggi, Gerardo deve scontare un doppio ergastolo e 15 anni di prigione; Ramón e Antonio, ergastolo, più 18 anni di carcere il primo e 10 il secondo; Fernando, 19 anni, e René, 15.


fonte: zambon@zambon.net


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AiRe
00mercoledì 30 agosto 2006 02:07
Per la liberazione dei cinque patrioti cubani imprigionati negli Stati Uniti
Il 12 settembre giornata internazionale di mobilitazione
(29 agosto 2006)

Dopo lo stop ad una giusta revisione del processo da parte del tribunale di Atlanta, la vicenda dei cinque patrioti cubani incarcerati nelle carceri speciali statunitensi, ha la necessità di un forte rilancio della mobilitazione e della pressione contro il governo degli Stati Uniti per ottenerne la liberazione.

In tutto il mondo, il 12 settembre ci saranno iniziative e manifestazioni sotto le ambasciate degli Stati Uniti con questo obiettivo. Anche in Italia è importante che sia visibile la mobilitazione tesa ad ottenere la liberazione dei cinque patrioti cubani e a denunciare il terrorismo di stato degli USA contro Cuba e l’America Latina.

Lanciamo un appello unitario a tutte le associazioni di solidarietà, alle forze politiche, alle personalità democratiche affinché anche a Roma, martedì 12 settembre dalle 17 in poi, si tenga un SIT IN sotto l’ambasciata degli Stati Uniti in via Veneto per la liberazione dei cinque patrioti cubani.

Comitato 28 giugno “Difendiamo Cuba”
(Associazione La Villetta per Cuba, Radio Città Aperta, Cestes-Nuestra America, Tele Ambiente, Associazione Vecchio Mattatoio, Cooperativa Zona Rossa, Si por Cuba, Promocaraibi, Associazione Punto Cubano, Angulo Cubano, Video Due Ci, Polisportiva Tor di Quinto, A.S: Artiglio Calcio, Casa della Pace)
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