UNA SCONFITTA NELLA VITTORIA
Il panico attanagliava i comandi tedesco e austroungarico. La Germania non poteva contare su truppe supplementari, a causa della contemporanea offensiva sulla Somme, e gli Austroungarici erano impegnati in Italia.Fortunatamente per loro, l'eccitazione provocata dal successo di Brusilov, fece sì che l'alto comando russo cominciasse ad incalzare Brusilov quotidianamente, rendendogli la vita difficile e chiedendogli vittorie anche più schiaccianti. Il 20 giugno, un contrattacco austro-tedescoguidato da Marwitz non riuscì ad intaccare il fronte russo e così morirono sul campo altri 40000 uomini.
Alla fine Brusilov ottenne altre 12 divisioni, che impiegò per riprendere l'offensiva il 23 giugno. La nona e l'undicesima armata ricacciarono ancora oltre gli Austroungarici; anche i Tedeschi indietreggiarono, ma in buon ordine. Falkenhayn radunò i rinforzi tedeschi provenienti dal fronte occidentale e gli Austroungarici sospesero l'offensiva in Trentino. Grazie a migliori linee di comunicazione, specie ferroviarie, a metà Luglio i Tedeschi e gli Austroungarici avevano cominciato a cambiare l'equilibrio dei poteri. I Tedeschi si appigliarono al fianco settentrionale russo, il più debole, e respinsero il contrattacco. A Sud i Russi penetrarono fino ai Carpazi, ma furono traditi dall'insufficienza di approvigionamenti; a Nord, i Tedeschi riuscirono a fermare l'avanzata russa e, a Settembre, la vittoriosa offensiva di Brusilov era ormai incappata nello stallo.
Le ricadute della brillante azione di Brusilov furono molteplici:
aveva intaccato la capacità numerica dell'esercito tedesco sul fronte occidentale e costretto Falkenhayn a dimettersi dalla carica di comandante supremo. Per l'impero austroungarico le ripercussioni furono ancora oiù pesanti, perchè l'esercito, in quanto forza autonoma, era praticamente collassato e le sue truppe erano state inghiottite dalla macchina da guerra tedesca. L'impero non sarebbe sopravvissuto al processo di pace che seguì alla guerra. La Romania era stata spinta ad entrare in guerra al fianco degli alleati, ma la sua partecipazione si rivelò ininfluente.
Quanto alla Russia, il risultato finale, forse in certo modo sorprendente, fu catastrofico. Seppure quella brillante vittoria avesse impressionato i suoi alleati, l'offensiva Brusilov aveva logorato l'Armata russa, sottraendole i suoi uomini migliori. Alla fine dell'azione, le perdite furono di circa 500000 uomini quasi pari a quelle nemiche. Inoltre, la Russia non poteva garantire le scorte di cibo e armi all'esercito. Fu, in realtà, solo una vampata di dinamismo fianle, che mostrò di cosa fossa capace la Russia se in possesso di un apparato militare più efficiente.
Ormai, il popolo russo si era stancato di quella guerra e, nel Febbraio 1917, le tensioni rivoluzionarie si erano accumulate al punto di paralizzare l'armata.I soldati rifiutavano di obbedire agli ufficiali e disertavano il fronte. I Tedeschi contribuirono a questo processo, rimandando in Russia Lenin e altri rivoluzionari esiliati. Nel novembre 1917, i Bolscevichi erano già saliti al potere e il 16 dicembre proclamarono l'armistizio. Lo zar fu giustiziato e il regime Comunista prese il potere. Cosa ne fu di Brusilov, il più fulgido dei comandanti russi in guerra? Si arruolò nell'Armata Rossa nel 1920, come generale, e contribuì al consolidamento dell'esercito sovietico, ma evitò di lasciarsi coinvolgere nella morsa della guerra civile che seguì."
Tratto da "Le Grandi Battaglie dell'epoca Moderna" di Tim Newark