La parola e la poesia

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sole281
00sabato 16 settembre 2006 18:08
Nell'essere umano l'interesse per la parola e per la poesia è risvegliato dal "Verbo dei mondi spirituali", dalle parole primordiali che egli può ricevere durante la notte. Mentre la musica, come abbiamo visto, suscita la più intensa interiorizzazione, la parola invita ad esteriorizzare . Bisogna "far passare" la parola dall'interiorità dell'anima e del corpo alla "coscienza diurna" (7) e nel mondo. E' una coscienza nuova che si dischiude a contatto con il mondo, una nuova volontà che si dispiega. La lingua ne è il testimone attraverso le rappresentazioni che essa comunica e attraverso il proprio impulso volitivo.
Tuttavia deve a sua volta intervenire il sentimento per stabilire il contatto diretto con il prossimo, con il mondo. Questo rapporto è tanto più centrato sul nucleo essenziale dell'uomo, sull'Io, quanto più la parola viene dal profondo del cuore. Quest'organo interiore interviene attraverso il ritmo del polso entrando in quello di ogni respirazione. "L'essere umano (...) impregna le proprie parole e le proprie frasi di ciò che sgorga dal profondo del cuore" (8). Il segno principale di ciò è il calore fisico e animico del parlare.
Parlando, l'uomo imprime la forma della parola all'aria che espira. Allo stesso tempo il calore centrale del cuore si diffonde nel mondo. Nell'espirazione il polmone non espelle soltanto anidride carbonica ma anche il calore che si è riversato nel polmone con il sangue e l'anidride carbonica. Quando parliamo questo calore può servire da veicolo dell'Io. L'Io può trasformarlo in calore animico che viene dal cuore. Il tono di intima convinzione, così impressionante nel modo di parlare di Rudolf Steiner, nasce dal calore del cuore.
Un parlare che viene dal cuore e va al cuore dell'altro evita gli eccessi del polo della volontà, che si manifestano nel parlare emotivo. Ed evita, allo stesso tempo, il parlare esclusivamente intellettuale che origina dalla testa. Il parlare emotivo può essere percepito come troppo denso, mentre il parlare intellettuale manca di spessore. Il modo di parlare declamatorio e vuoto combina i due eccessi e non li sa temperare. Si continuano ad aggiungere parole, ma manca la risonanza interiore. Il sentimento sano dell'uomo è assente, e l'anima è come svuotata. Il parlare formato artisticamente deve trovare il suo posto tra i due estremi, conferendo calore alle rappresentazioni astratte e compenetrando di anima e di calore la volontà istintiva.
In fondo, il parlare tende sempre verso il dialogo, dialogo con l'Io dell'altro, il cui ascolto silenzioso è già di per sé una risposta. Così anche la recitazione dovrebbe sempre condurre a un dialogo muto con gli uditori; e la lettura intima di testi poetici dovrebbe far dialogare con l'autore. Nell'embrione comincia già un dialogo, questa volta di natura organica. Secondo recenti ricerche, il bambino nel seno materno percepisce il battito del cuore di sua madre e risponde a modo suo. Questa "risposta" consiste nello sviluppo degli organi della parola, in particolare della laringe, che più tardi formerà le sonorità della lingua nell'aria espirata. La sua muscolatura si costruisce in modo corrispondente alla struttura interna del muscolo cardiaco. Il rapporto tra la parola e il cuore è dunque evidente fin nel regno organico.
L'azione terapeutica della parola si esercita attraverso l'applicazione medica dell'arte della parola, creata da Rudolf Steiner. Quest'azione si dispiega a partire dal centro e attraverso la respirazione si rivolge alla parte mediana fisica e animica dell'uomo (9). Dal punto di vista terapeutico, l'azione principale mira al cuore e all'Io che opera in questo organo. Gli esercizi della parola hanno un'influenza positiva sul cuore e perfino sulle sue funzioni fisiche; da lì la parola terapeutica risuona sulla respirazione, risale verso la testa e discende nella regione del metabolismo. L'aiuto curativo della parola si applica direttamente nei casi in cui il pensiero gira a vuoto o si perde, in cui la volontà è bloccata o esuberante, in cui l'emotività ansiosa si ritira davanti al mondo o, al contrario, il sentimento si espande senza controllo. Le malattie cerebrali che comportano disturbi del linguaggio reagiscono positivamente alla terapia attraverso la parola. Accade lo stesso con tutte le affezioni psichiche, in quanto tutte possono essere accompagnate da disturbi del linguaggio e tutte possono beneficiare di questo trattamento. E anche quando queste malattie non comportano evidenti disturbi della locuzione, non mancano disturbi più sottili e la parola può comunue esercitare un effetto terapeutico. Essa agisce a partire dal centro dell'essere umano, dall'Io, sulla vita animica malata, permettendole di stabilire con il mondo un legame nuovo.
Ascoltando poesia e recitandola in prima persona, il malato impara inoltre a riaprire il suo Io ai contenuti spirituali. Una volta ancora, può oggettivare i suoi problemi soggettivi con l'aiuto dell'arte. In particolare la poesia lirica, che scaturisce dall'intimità dell'anima, l'aiuta a rivelare la sua vita interiore quando questa si è troppo isolata dal mondo. Il carattere immaginativo della poesia epica guida il malato nella vita e collega la sua vita interiore con il mondo esterno, contribuendo così a stimolare e a ordinare l'evocazione del ricordo, che è un fatto che riguarda l'Io. L'arte drammatica permette al malato di rivolgersi all'altro a partire da un determinato ruolo, imparando così, se necessario, ad entrare in contatto con gli altri. Grazie al suo ruolo, egli impara ad esprimere se stesso.
Tra le diverse arti, l'arte della parola e la poesia sono quelle che si rivolgono più direttamente all'Io a partire dall'anima di colui che parla. Queste arti si rivolgono allo stesso tempo alla coscienza che vive nell'anima centrata sull'Io. L'anima cosciente è l'organo animico privilegiato per la parola e la poesia. Queste arti permettono la stimolazione più adatta al suo sviluppo. Pertanto, in tutti i disturbi evolutivi dell'anima cosciente, la terapia attraverso la parola è particolarmente indicata insieme all'euritmia curativa.
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