Mannu - Fantascienza, Fantasy, Avventura

Ciao!

Sono Mannu e ho deciso di presentare me e il mio lavoro.

Non sono molto bravo a parlare di me stesso e nemmeno a scrivere di me stesso, quindi non annoierò oltre. Dopotutto, essendo convinto che quando uno scrive mette un pezzetto di se stesso in ogni pagina (o quasi), per sapere qualcosa su di me non dovete far altro che leggere le mie storielle.

Saluti
Mannu

Il "colpevole" di questa storiella è nientemeno che Harlan Ellison. Dopo aver letto "Idrogeno e idiozia", un ottimo esempio di fantascienza, mi sono imbattuto una sua dichiarazione che mi ha dato un po' fastidio. Non ricordo le parole esatte ma è il concetto che conta: il succo di questa dichiarazione era una critica nei confronti di un certo genere di fantascienza, quella che per funzionare ha bisogno per forza di un contesto tecnologicamente futuristico e avanzatissimo. Ellison ha così battezzato "ferraglia spaziale" tutto ciò che accompagna i protagonisti dei racconti di fantascienza caratterizzati appunto da una pesante "presenza tecnologica". Per farla breve io, cresciuto con astronavi, missili e robot, mi sono sentito punto sul vivo. Pur applaudendo il lavoro di Ellison e di chiunque riesca a scrivere fantascienza senza usare nemmeno un bullone, credo che essa non sarebbe quello che è oggi senza un po' di ferraglia.
Come contraccolpo, è nato questo mio raccontino: un'avventuretta poco impegnativa per chi legge ma che mi è costata "gocce di cervello" come direbbe qualcuno (o meglio qualcun*a*). Qui la "ferraglia spaziale" abbonda, ma poi come spesso accade i personaggi a cui ho dato vita hanno voluto dire la loro.

Non mi resta che augurarvi buona lettura, se volete.

Saluti
Mannu

I miei precedenti tentativi di scrivere in prima persona sono molto peggio di questo, davvero. Demoralizzato dai risultati avevo detto a me stesso che non avrei più scritto raccontini in prima persona. Troppo difficile.
Un bel giorno, chiacchierando con un'autrice (più coraggiosa di me) le confido i miei timori sulla scrittura in prima persona e grazie al suo incoraggiamento mi torna la voglia di affrontare nuovamente la sfida. Forse più anni sulla schiena, forse tutto il tempo passato sulla tastiera, forse tutto quello che ho letto in giro. Non lo so cos'è stato, ma ho scritto ancora in prima persona.
Si tratta del terzo episodio di una mini-serie: diversi raccontini che nelle mie intenzioni dovrebbero essere autoconclusivi e del tutto indipendenti. In realtà sono tentativi falliti di scrivere delle one-shot. Boh!
Un solo dato di fatto rimane: questo racconto è migliore dei precedenti, davvero.

Dimenticavo: questo racconto è stato selezionato per apparire sul sito www.colonnedercole.org come racconto del mese di febbraio, 2008. Visitate http://www.colonnedercole.org/i-racconti-del-mese.html

Saluti
Mannu

Ogni tanto (oh, sarebbe meglio dire ogni spesso) tratto un po' male i miei personaggi. Sono convinto che la vita non sia tutto zucchero filato, cuoricini rossi e lieto fine. Quindi perché dovrei soffrire solo io? La prima conseguenza è che i miei personaggi mi odiano. La seconda è che scrivo storie come questa, dove ce la metto tutta per far andare male le cose. Ma tutto è male quel che finisce male?
È il secondo episodio della miniserie iniziata con "Lilly in fuga" e ammetto che se viene letto nella giusta sequenza, ne guadagna.

Saluti
Mannu

Episodio capostipite di una miniserie "di fatto", cioè lo è diventata solo dopo che mi sono accorto di aver scritto sette episodi legati l'uno all'altro. Prova della mia buona fede, se è accettabile dalla Corte, è che questo racconto è l'unico a non essere uno one-shot. Lilly e Callahan dovevano, com'era l'intenzione originale, apparire una sola volta in questo racconto e poi finire archiviati in quella stessa porzione di materia grigia da cui sono usciti.
Non è andata così. Come ho già detto da qualche parte, raramente le cose vanno come pianificato e se poi ci aggiungiamo il fatto che spesso i personaggi ci mettono impegno per mandare all'aria i miei progetti...

Saluti
Mannu

Spesso mi piace rifarmi a generi sfruttati e e stra-sfruttati per vedere se riesco a cavarmela. Pur cercando di conservare una certa originalità spostando l'ambientazione nell'universo fantascientifico da me creato, tento di usare luoghi comuni ben noti a tutti gli appassionati di letteratura e cinema. Una raccolta di luoghi comuni: ecco come potrebbe essere visto "Occhio Privato", un racconto col quale ho provato a immaginare come potrebbe essere la vita di uno squattrinato investigatore privato su una stazione spaziale, fra parecchie centinaia di anni, mentre enormi navi spaziali viaggiano a velocità superiore a quella della luce per esplorare la galassia alla ricerca di risorse.
Non è detto che il risultato sia buono... ma secondo me vale la pena di darci uno sguardo, visto che non mi sembra nemmeno tanto male.

Una piccola, insignificante curiosità: questo è il primo racconto che ho pubblicato su EFP.

Saluti
Mannu

Una piccola sfida... scrivere una storia di fantasmi. Ci ho provato, ambientandola nel futuro, naturalmente. Fare paura è davvero difficile, chissà se ci sono riuscito.

Se vi siete spaventati leggendo "Orbita Fantasma"... anche solo un brividino piccolo... fatemelo sapere: lasciate un commento.

Saluti
Mannu

Il fantasy non è esattamente il mio genere. Non sono molto originale, ma siccome mi piace, mi sono cimentato ugualmente. Prima di raggiungere un risultato pubblicabile, ho scritto ben tre racconti di media lunghezza. Questo, intuitivamente, è il sesto. Personaggi eroici e non, streghe, draghi... non dovrebbe mancare nulla. Cercando un briciolo di originalità, ho cambiato qualche piccolo particolare. Spero che leggerlo possa essere piacevole e divertente almeno tanto quanto lo è stato scriverlo.

Saluti
Mannu

Avevo voglia di robot, di androidi, di replicanti. Volevo una protagonista femminile non bella, ma non una cacciatrice di androidi. Femminile fino in fondo, non un Indiana Jones del futuro con la gonna. Le cose non sono andate esattamente così, però. Questa storiella ha presto preso vita: una vita sua, indipendente. Gli androidi possono essere sofisticati quanto si vuole, ma nel mio universo privato non sono ancora pronti a diventare protagonisti. Se e quando succederà, spero che ci sarà anche Rachel.

Saluti
Mannu

La storia di Callahan è triste. Lilly vorrebbe aiutarlo, nemmeno lei sa perché. Forse perché lo sbir... ehm, il poliziotto della omicidi è l'unico che l'ha trattata come una persona. Forse solo perché le fa pena. Forse invece Lilly non ha null'altro a cui aggrapparsi. Niente altro che un poliziotto trasandato e sovrappeso, dai modi rudi e insensibili.

Saluti
Mannu

Difficile introdurre questo piccolissimo racconto "one-shot" senza rovinarlo. Mi spiace, ma potete solo leggerlo :)
Ne approfitto per ringraziare la lungimirante e astuta Cassiana: senza di lei questo raccontino sarebbe ancora dentro un cassetto e probabilmente non avrebbe mai visto la luce.

Saluti
Mannu

Terzo episodio della serie più polverosa che abbia mai tentato di scrivere: benzina e asfalto, metallo e gomma. E sangue, odio, adrenalina... Jo non ha casa, non ha amici, non molti almeno. Ha una pistola e un buco di proiettile in una gamba. Garanzie di guai!

Saluti
Mannu

Ci sono certi poliziotti che sono sempre in servizio. A Callahan farebbe bene una vacanza, un po' di riposo. Basterebbe poter stare alla larga dal suo lavoro almeno nel suo giorno libero...

Saluti
Mannu

Nico killer spietato e invisibile. Nico, omicida senza volto, sicario che non lascia tracce. Nessuno sa chi è, nessuno ne conosce il volto.

Saluti
Mannu

Per fare il poliziotto non basta mettere le manette ai cattivi. Bisogna combattere. A volte sembra impossibile stare alle regole e la battaglia sembra impossibile da vincere. Barney è solo in un mondo dove il crimine paga più della legalità. Un mondo su un binario morto.

Saluti
Mannu