Quando la scienza si sposa con l'arte

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Diana x
00venerdì 3 agosto 2007 11:35
L’arte costeggia la scienza e talvolta ne diventa la sostanza stessa. Il caso di Odile Crick che abbozza la doppia elica del Dna è famoso perché crea una icona del nostro tempo. Ma certo non è né nuovo né isolato.

I vortici nella corrente di un canale disegnati da Leonardo sono meglio di un trattato di fluidodinamica: per comprendere la complessità delle turbolenze basta uno sguardo ai codici conservati a Firenze e al Castello Sforzesco di Milano. Molte macchine leonardesche sono rimaste cristallizzate in disegni per secoli in attesa che i moderni provassero a farne meccanismi funzionanti.

Galileo tra il 7 e il 10 gennaio 1610 scopre e disegna i satelliti di Giove: ricostruita al computer, la scena di quelle notti corrisponde mirabilmente agli schizzi pubblicati nel Sidereus nuncius, e in uno compare anche una stella che sarà poi identificata con il pianeta Nettuno, scoperto da Le Verrier e Galle solo nel 1846. Da una copia di quel libretto pochi mesi fa sono usciti disegni della Luna acquarellati con tecnica raffinata: arte e scienza in perfetta sintonia. Altri astronomi hanno fatto del disegno uno strumento prezioso: Herschel per delineare l’immagine elusiva di nebulose e galassie, padre Angelo Secchi per fissare macchie e protuberanze solari. In biologia spiccano i disegni di cellule fatti al microscopio da Giulio Bizzozzero nella seconda metà dell’Ottocento.

Neppure la fotografia scalza il disegno. Gli etnologi lo preferiscono perché meno invasivo, i naturalisti perché più adatto a cogliere particolari significativi. Danilo Mainardi da sempre accompagna i suoi scritti di etologia con disegni tanto eleganti quanto essenziali. George Gamow si divertiva a spiegare la fisica atomica con vignette e fumetti.

Sul versante artistico, Escher gioca con le illusioni ottiche. Kandinskij, nel saggio Punto, linea, superficie, teorizza arte e geometria. Mario Merz fa della serie di Fibonacci uno dei cardini della sua ricerca. Ma il vero trionfo della fusione tra arte e scienza sono i frattali. Pioniere fu Peano, con la sua celebre curva che copre la superficie di un quadrato; fondatore riconosciuto è Mandelbrot, che applicandovi il computer è riuscito a darci la rappresentazione del caos.


Fonte: La Stampa.it
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