Scuola, bloccati gli scrutini in 13 regioni. Cobas: "Arriveremo a oltre ventimila"

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!Serenella!
00lunedì 14 giugno 2010 19:07
Contestati i tagli "feroci" attuati dalla manovra. Sit-in di protesta oggi davanti alla sede del ministero dell'Istruzione. Previste altre manifestazioni davanti alla Camera e al Senato nei prossimi giorni.



ROMA - Oltre 20 mila scrutini bloccati e scrutini delle superiori nel caos. Lo sciopero indetto dai Cobas della scuola per protestare contro la Finanziaria-massacro e i tagli agli organici sta raccogliendo un successo inaspettato. "La stima dei 20 mila scrutini bloccati è a questo punto per difetto - dichiara Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei comitati di base della scuola - In Sicilia e nel Lazio - prosegue - l'adesione è andata al di là di ogni previsione: siamo attorno al 50 per cento degli scrutini che si sono svolti nella giornata odierna". Le regioni dove la serrata degli scrutini è andata in onda oggi e proseguirà domani sono 13: Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia, Liguria, Valle d'Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo, Molise, Basilicata e la Provincia di Bolzano.

La scorsa settimana (dal 7 al 12 giugno) è stata la volta di altre otto realtà: Emilia-Romagna, Calabria, provincia di Trento, Puglia, Marche, Veneto, Sardegna e Umbria. Con oltre 5 mila scrutini bloccati e rinviati a questa settimana. Il sindacato di via Manzoni parla di oltre 2 mila e 200 scrutini bloccati oggi nel Lazio, 2 mila in Sicilia e mille e 300 in Campania, ma anche 500 in Abruzzo, oltre mille in Piemonte e 750 in Liguria. "Se consideriamo che gli scrutini si svolgeranno per tutta la settimana - spiega Bernocchi - averne bloccato migliaia solo oggi significa che circa metà dei Consigli di classe dovrà essere riconvocato". Dallo sciopero sono esclusi gli scrutini per le quinte classi.

Il mondo della scuola è in fibrillazione. Sabato scorso la Flc Cgil, supportata dai precari e dagli studenti, ha portato in piazza a Roma 100 mila manifestanti e domani mattina si replica: Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda daranno luogo ad un'altra manifestazione al teatro Quirino, sempre a Roma. Ma perché insegnanti e no, genitori e studenti stanno manifestando in tutti i modi il loro dissenso? Perché, in questi giorni, docenti e genitori sono scesi in piazza in mutande, hanno occupato - spesso simbolicamente - uffici dei provveditorati e scuole?

Basta citare pochi dati per averne un'idea abbastanza chiara. I più colpiti dai tagli al personale saranno, ovviamente i precari: con 40 mila posti in meno (25 docenti e 15 Ata) già dal mese di settembre si troveranno in difficoltà 15 mila precari. I 30 mila pensionamenti serviranno soltanto ad attenuare il colpo. C'è poi la manovra da 25 miliardi varata pochi giorni fa il governo che di fatto "mette pesantemente le mani nelle tasche degli insegnanti", spiegano i sindacati.

Gli effetti sugli stipendi di prof, maestri e personale non docente sono illustrati nella Relazione tecnica allegata alla legge di conversione del decreto: niente rinnovo del contratto, blocco degli automatismi stipendiali e pesanti ripercussioni sulle pensioni. Soltanto con il blocco degli scatti automatici (ogni 6 anni circa) sugli stipendi il governo conta di risparmiare quasi 19 miliardi di euro. Quello che alcuni sindacati hanno definito "furto legalizzato" produrrà effetti fino al 2048. Ogni addetto alla scuola, docente e no, perderà dal 2011 a fine carriera dai 29 mila ai 42 mila euro che non potrà più recuperare e avrà una pensione ovviamente più "leggera". E del rinnovo del contratto, scaduto al dicembre 2009, non se ne parla neppure. Fonte
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