Università di Harvard: Arriva il corso di felicità. Studenti espulsi perché si suicidano

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vanni-merlin
00sabato 25 marzo 2006 00:21
Università di Harvard: Arriva il corso di felicità. Studenti espulsi perché si suicidano

Ad Harvard c’è il corso di psicologia positiva. Secondo tale psicologia la felicità dipenderebbe solo dalla mente. Ed è vero: con i tempi che corrono, non avere cervello può dare un sacco di soddisfazioni. Nel programma di insegnamento c'è 'l'ottimismo'. Riconosci i laureati di Harvard perché sono quelli che ai funerali, guardando la salma nella bara, dicono: 'Sicuri che è morto? Proviamo ad aspettare la notte. Magari è Dracula'. Avete presente le facce nelle università italiane? Schiere di uomini e donne che camminano, felici, mano nella mano, fumando erba e facendo sesso libero? Ecco, quelli sono i bidelli



Universita’ di Harvard: arriva il corso di felicità. Un professore di 35 anni insegna ad Harvard agli studenti come essere felici. Il suo modello sono le lezioni delle università italiane. Solo al contrario.
Avete presente le facce nelle università italiane? Schiere di uomini e donne che camminano, felici, mano nella mano, fumando erba e facendo sesso libero? Ecco, quelli sono i bidelli.
(Università italiane: Diventare un futuro disoccupato, non è mai stato così difficile)

Ad Harvard invece c’è il corso di psicologia positiva. E’ come la negativa solo che, una volta che sei sul lettino, è lo psichiatra a dirti i fatti suoi mentre tu dormicchi. E alla fine della seduta guadagni pure cinquanta euro.
Secondo tale psicologia la felicità dipenderebbe solo dalla mente. Ed è vero: con i tempi che corrono, non avere cervello può dare un sacco di soddisfazioni.

La lezione sulla felicità ad Harvard dura circa 90 minuti. Un paio vengono dedicati alla meditazione e il rilassamento. Gli altri 88 a svegliarsi.
Il docente inizia la lezione di felicità come fanno di solito i prof. Solo che invece di dire come al solito ‘Qualcuno ha un libro da prestarmi?’, dice: ‘Qualcuno ha una fidanzata da prestarmi?’

Poi il docente comincia a interrogare: gli alunni devono raccontare storie personali. Ieri un ragazzo ha raccontato di essere stato licenziato al lavoro, di aver perso la ragazza e di aver distrutto la sua macchina. Il metodo funziona: i suoi compagni, infatti, sono stati molto felici che queste cose siano capitate a lui.
La lezione di felicità poi prevede applausi e pacche sulle spalle. Ieri sono uscito con una studentessa di Harvard. Andiamo a letto e comincia ad applaudire. Ed io: -Ehi, non ho nemmeno iniziato!
Quando iniziamo, comincia con le pacche sulle spalle. E io:- Ehi, non ho ancora finito!

Il programma di insegnamento del corso è composto inanzitutto dall’ottimismo. Riconosci i laureati di Harvard perché sono quelli che ai funerali, guardando la salma nella bara, dicono:'Sicuri che è morto? Proviamo ad aspettare la notte. Magari è Dracula'.
Poi si insegna l’autostima. Gli studenti devono alzarsi in piedi e ripetere ad alta voce : ‘La mia opinione su di me non mi interessa. Con gli stronzi non ci parlo’.

Poi si danno lezioni di senso dell’umorismo. Che è un po’ troppo. Non puoi dare lezioni sulla felicità a un gruppo di ventenni e pretendere di insegnargli anche il senso dell’umorismo. Perchè se questi avessero senso dell’umorismo marinerebbero le lezioni. E come giustificazione, porterebbero un certificato medico che attesta la loro sanità mentale.

Secondo gli psicologi positivi si può imparare ad essere felici. Così adesso i depressi avranno davanti una nuova sfida. Suicidarsi perché si sentono degli asini.
E’ vero si può imparare ad essere felici. Un mio amico nervoso ha comprato un libro di psicologia positiva, e adesso sta benissimo. L’ha quasi finito: gli mancano solo due morsi.

Ci sono dei consigli pratici che la psicologia positiva dà per essere felici. Agli ansiosi, per esempio si consiglia di scrivere su carta tutte le loro angosce, rileggerle la settimana dopo e accorgersi che erano preoccupazioni inutili. Rispetto al fatto che al momento non hanno più carta per pulirsi.
Agli asociali invece raccomandano di scambiare qualche parola in più per strada con chi non conoscono. Così adesso l’asociale non in cura ti dice ‘Vaffanculo’, mentre l’asociale in cura ti dice‘ Vai a fare in culo, stronzo’.

Stiamo freschi: ai giovani viene insegnata la felicità all’università! Non mi stupisce: ormai a scuola fin dalle elementari ti insegnano di tutto. Ti insegnano perfino a pregare e a scopare. Riconosci i secchioni perché, in discoteca, sono quelli in ginocchio, in mezzo alla pista, che fanno alle ragazze: ‘Ti prego, dammela!’
Ma davvero c’è qualcuno convinto che la felicità si possa insegnare a scuola? E chi dovrebbe insegnarla, i professori italiani? La classe lavorativa che ha una particolare assicurazione sul lavoro: Se le loro palle smettono di girare, lo Stato li risarcisce.

Se faranno una università della felicità in Italia, la costruiranno accanto a una di giurisprudenza. Così le ragazze, durante quei giorni, potranno fare il cambio di facoltà.

Non può essere una equipe di psicologi a stabilire la definizione di felicità!
Gli psicologi che sono la categoria professionale che ha smesso di sognare, da quando si sono accorti che, tutte le mattine, quando si svegliavano, si ritrovavano una parcella sul comodino!
E poi ‘Essere ottimista, essere socievole’. Lo diceva anche mia nonna e non era una psicologa americana. E se anche lo fosse stata avrebbe almeno avuto il buongusto di titolare il suo bestseller :‘Thanks to the dick’.




da: www.giuda.it/archives/200603/universita-di-harvard-arriva-il-corso-di-feli.h...

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