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"Non volendo compromettersi con notizie politicamente ed economicamente pericolose,
i direttori dei nostri Tele Niagara hanno fatto la scelta-Crimen. Una bella
sequenza di teste mozzate tiene buona la gente e non gli mette idee cattive
per il capo"


L'ESPRESSO
N.38 DEL 2005
La bustina di Minerva
di Umberto Eco
Dacci oggi il nostro delitto quotidiano

In tv ogni giorno pare che le cataratte del cielo si siano spalancate e piova
come non mai. Il diluvio universale in confronto è solo un incidente idraulico


Ritengo, che se l'uragano che ha distrutto New Orleans non avesse trovato
una terra scavata, livellata, dragata, disboscata, saccheggiata, i suoi effetti
sarebbero stati meno nefasti. Credo che su questo siano tutti d'accordo.
Dove invece inizia il dibattito è se un uragano qua e uno tsunami laggiù
siano dovuti al surriscaldamento del pianeta. Metto subito in chiaro che,
pur non essendo il detentore di un sapere scientifico in proposito, sono
convinto che l'alterazione di molte condizioni ambientali provochi fenomeni
che non sarebbero accaduti se avessimo avuto più a cuore il destino del pianeta,
e quindi sono per il protocollo di Kyoto. Ma ritengo anche che di tornados,
cicloni e tifoni ce ne siano sempre stati, altrimenti non avremmo avuto belle
pagine di Conrad o film celeberrimi dedicati a questi disastri.

Azzardo pertanto che nei secoli passati ci siano stati cataclismi tremendi,
che hanno ucciso decine di migliaia di persone, e magari sono accaduti alla
stessa distanza di tempo (strettissima) intercorsa tra lo tsunami asiatico
e il Katrina americano. Di alcuni di essi abbiamo sentito parlare, su pochi
è nata persino una letteratura, come coi terremoti di Pompei e di Lisbona,
di altri sono circolate notizie imprecise e terrificanti, come l'eruzione
del Krakatoa, ma insomma credo sia lecito supporre che decine e centinaia
di altri cataclismi abbiano falciato coste e popolazioni lontane mentre noi
ci occupavamo di tutt'altro. Quindi succede che nel mondo globalizzato la
rapidità dell'informazione fa sì che veniamo a conoscenza (immediata) di
qualsiasi evento tragico accaduto anche nell'angolo più remoto del globo,
e abbiamo l'impressione che ai giorni nostri ci siano molti più cataclismi
di un tempo.

Per esempio, credo che uno spettatore medio della televisione si chieda per
quale virus misterioso ci siano in giro tante mamme che ammazzano i loro
bambini. E qui è difficile accusare il buco nell'ozono. Ci deve essere sotto
qualcosa d'altro. In effetti qualcosa d'altro c'è, ma è sopra, ovvero non
è né segreto né nascosto. È che l'infanticidio è sempre stato, nel corso
dei secoli, uno sport abbastanza praticato e i greci già andavano a teatro
a piangere su Medea che, come è noto, i figli li aveva ammazzati millenni
fa, e solo per far dispetto al marito. Tuttavia, e questo ci sia di consolazione,
su sei miliardi di abitanti del pianeta le mamme assassine sono sempre state
in una percentuale da molti zeri davanti, e quindi cerchiamo di non guardare
con sospetto tutte le signore che ci passano vicino con un passeggino.

Eppure chi vede un nostro telegiornale ha l'impressione che viviamo in un
girone infernale dove non solo le mamme ammazzano un bambino al giorno, ma
i quattordicenni sparano, gli extracomunitari rapinano, i pastori tagliano
le orecchie, i padri stendono a fucilate tutta la famiglia, i sadici iniettano
varechina nelle bottiglie di minerale, i nipoti affettuosi affettano gli
zii. Naturalmente è tutto vero ma è tutto statisticamente normale, e nessuno
naturalmente si ricorda degli anni felici e pacifici del dopoguerra quando
la saponificatrice lessava i vicini di casa, Rina Fort spaccava a martellate
le teste dei figlioletti dell'amante, e la contessa Bellentani disturbava
le cene vip a colpi di rivoltella.

Ora, se è 'quasi' normale che ogni tanto una mamma ammazzi il proprio bambino,
è meno normale che tanti americani e iracheni saltino ogni giorno in aria.
Eppure dei bambini uccisi sappiamo tutto, ma del numero di morti adulti pochissimo.
È che i giornali seri, prima dedicano alcune pagine ai problemi della politica,
dell'economia, della cultura, altre al listino di Borsa, agli annunci economici
e a quegli annunci funebri che costituivano la lettura appassionata delle
nostre nonne e poi, tranne casi veramente enormi, dedicano alla cronaca nera
solo alcune pagine interne. Anzi, una volta se ne occupavano più sommariamente
di oggi, tanto che i lettori assetati di sangue dovevano acquistare pubblicazioni
apposite come 'Crimen' - così come, ricordiamocene, lasciavano il pettegolezzo
televisivo a rivistine illustrate che si trovavano dal parrucchiere.
Ora invece i nostri telegiornali, dopo le giuste notizie su guerre, stragi,
attacchi terroristici e simili, dopo alcune prudenti indiscrezioni sull'attualità
politica, ma senza spaventare troppo gli spettatori, iniziano la sequela
dei delitti, matri-sororo-uxoro-fratri-patri-infanti-cidi, svaligiamenti,
rapimenti, sparatorie, e - per non fare mancare niente al telespettatore
- ogni giorno pare che le cataratte del cielo si siano spalancate sulle nostre
regioni e piova come non era piovuto mai, che al confronto il diluvio universale
era stato un piccolo incidente idraulico.
È qui che c'è sotto, ovvero sopra, qualcosa. È che non volendo compromettersi
con notizie politicamente ed economicamente pericolose, i direttori dei nostri
Tele Niagara hanno fatto la scelta-Crimen. Una bella sequenza di teste mozzate
tiene buona la gente e non gli mette idee cattive per il capo. _____________________________________________________________________________



INES TABUSSO