00 06/10/2005 12:47


"Casini attende l'annullamento della Sacra Rota del vincolo che l'ha unito alla madre delle sue due figlie maggiori per sposare Azzurra Caltagirone, di vent'anni più giovane e madre della terza bambina".

QUESTA FRASE, TRATTA DA UN ARTICOLO DI CONCITA DE GREGORIO PUBBLICATO IERI DALLA REPUBBLICA (vedi sotto), HA PROVOCATO, COME REAZIONE, UNA CURIOSA LETTERA DELL'ONOREVOLE CASINI
vedi:
newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArtic...

"La prego - SCRIVE CASINI, RIVOLGENDOSI AL DIRETTORE DI REPUBBLICA - di tenere distinte le questioni private, che riguardano me e la mia famiglia, da quelle politiche che investono il mio ruolo pubblico. E la invito a non pubblicare informazioni non vere che attengono alla sfera piu' intima, religiosa e degli affetti, come quella che sarei in attesa dell'annullamento del matrimonio da parte della Sacra Rota".


SOLO DUE OSSERVAZIONI:

1) CERTAMENTE IN ITALIA CI SONO TANTISSIME PERSONE CHE LA PENSANO COME CASINI, E GLI SAREBBERO INFINITAMENTE GRATE SE VOLESSE TENERE DISTINTE LE LORO QUESTIONI PRIVATE, CHE RIGUARDANO LORO E LE LORO FAMIGLIE, DA QUELLE POLITICHE CHE INVESTONO IL RUOLO PUBBLICO DI CASINI.

2) SE E' VERO CHE NON SIAMO NEGLI STATI UNITI, E CHE I RISVOLTI INTIMI DELLA VITA DEI POLITICI NON ATTIRANO PARTICOLARMENTE LA NOSTRA CURIOSITA', E' TUTTAVIA STRANO CHE AGLI ITALIANI NON SIA CONSENTITO CONOSCERE LO STATO CIVILE DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA, CHE NON E' CERTO UN DATO DI QUELLI "che attengono alla sfera piu' intima". LA BIOGRAFIA FORNITA DAL SITO www.camera.it SUL PUNTO E' MOLTO SCARNA, OSEREI DIRE UN PO' MISTERIOSA: "Nato a Bologna il 3 dicembre 1955. Laureato in Giurisprudenza. Tre figlie: Maria Carolina, Benedetta e Caterina". IL RESTO E' DEDICATO ALL'ATTIVITA' POLITICA.
OGGI IL MISTERO SI E' FATTO ANCHE PIU' FITTO PERCHE' L'ONOREVOLE CASINI HA COMUNICATO CHE VA ANNOVERATA FRA LE "informazioni non vere" QUELLA PER CUI SAREBBE "in attesa dell'annullamento del matrimonio da parte della Sacra Rota".
MA PERCHE' L'ON. CASINI, INVECE DI DIRCI QUELLO CHE NON E', NON COMUNICA CHIARAMENTE AGLI ITALIANI QUELLO CHE E'?




DA:
presidente.camera.it/biografia/biografia.asp

BIOGRAFIA
Nato a Bologna il 3 dicembre 1955.
Laureato in Giurisprudenza.
Tre figlie: Maria Carolina, Benedetta e Caterina.
Deputato dal 1983, eletto nelle liste della Democrazia Cristiana e successivamente riconfermato nelle elezioni del 1987, del 1992, del 1994, del 1996 e del 2001.
E' stato Presidente dei giovani Democratici Cristiani e membro della Direzione Nazionale della DC dal 1987, dirigente del dipartimento studi, propaganda e stampa dello scudocrociato.
Nel gennaio del 1993, allo scioglimento della DC, fonda un nuovo movimento per rappresentare i cristiani democratici nell'area di centro-destra: il Centro Cristiano Democratico, del quale è stato Segretario e poi Presidente.
Eletto per la prima volta nel 1994 al Parlamento Europeo è stato riconfermato nel 1999, iscrivendosi al gruppo del Partito Popolare Europeo.
Nell'ottobre del 2000 è stato eletto Vice Presidente della Internazionale Democratici Cristiani (IDC).
Il 31 maggio 2001 è stato eletto Presidente della Camera dei Deputati.




LA REPUBBLICA
5 OTTOBRE 2005

Tra Casini e Follini da anni niente più week end insieme
Ora non si chiamano neanche al telefono: si limitano alle lettere
E adesso tace anche il telefono
così finisce l'amicizia tra ex dc
Uno popolare, tattico l'altro sottile e stratega. E il premier prova a dividerli
Il loro è un rapporto tra dissimili che si completano, come Veltroni e D'Alema
di CONCITA DE GREGORIO


ROMA - Le segretarie dell'ufficio di presidenza della Camera riconoscono perfettamente la grafia minuta di Marco Follini, quel corsivo elegante stretto al centro esatto della busta. Hanno disposizione di consegnare le missive "immediatamente", raccomandazione superflua. Le buste arrivano sul tavolo del presidente volando, sempre. Nell'ultima, un paio di giorni fa, c'era scritto di nuovo "l'amicizia fra noi è fuori discussione, Pier". Anche Casini aveva sentito il bisogno di scriverlo, di ripeterlo in pubblico: l'amicizia fra me e Marco resta intatta. E però un'amicizia che si alimenta solo di parole scritte è in difficoltà serie. Rischia di affogare nella carta, prima o dopo. Non le bastano le belle frasi portate a mano dai commessi su vassoi d'argento. "Con Pier ci telefoniamo tutti i giorni da trent'anni. Siamo amici per davvero - diceva Follini appena qualche settimana fa - . Quando abitavo all'Olgiata lui veniva spesso a passare i weekend da me: era un modo per staccare senza allontanarci da Roma. Da giovani siamo anche stati in vacanza insieme a Cortina". La tradizione della telefonata quotidiana si è interrotta da pochi giorni, quella del week end da parecchi anni. Le vacanze insieme a Cortina non le fanno più da decenni: Casini ci va ancora, Follini no.

La loro è diventata, nel tempo, un'amicizia attenta: da coltivare in giacca e per telefono. Mai al mare, mai in barca, mai la domenica con le mogli che del resto non sono più le stesse: è cambiata, per l'esattezza, solo la compagna di Casini. Follini è sposato da sempre con Elisabetta Spitz, integerrima direttrice del Demanio, hanno un'adorata unica figlia. Casini attende l'annullamento della Sacra Rota del vincolo che l'ha unito alla madre delle sue due figlie maggiori per sposare Azzurra Caltagirone, di vent'anni più giovane e madre della terza bambina.

Quella che Silvio Berlusconi sta provando a spezzare è un'amicizia tra dissimili. Una di quelle che nascono nella differenza, crescono nella comune militanza, si consolidano nel utile e mutuo riconoscimento della diversità complementare: l'altro ha proprio quel che tu non hai, serve nel posto dove tu non sei. Un po' come succede tra Veltroni e D'Alema: uno popolare e simpatico, l'altro sottile e antipatico. Uno buono a trovare slogan e parlare ai cuori, l'altro a scrivere tesi e parlare alle menti. Uno con un destino scritto da numero due, destino contro cui lottare vincendo se possibile, nel frattempo, quel sottile complesso di inferiorità intellettuale: lo stesso che Casini soffre al cospetto di Follini. Follini lo stratega e Casini il tattico.

Follini l'analitico e Casini il sintetico. "Ho due figli: uno bello e uno intelligente", diceva Bisaglia. Il bello, Pier, era anche doroteo, cresciuto alla scuola del potere come fine. L'intelligente, Marco, moroteo: intransigente sui principi e pronto a combattere in loro nome anche dalla minoranza, dall'opposizione.

Berlusconi lo sa bene, e ha fatto questo: ha chiamato a sé Casini, che gli deve la presidenza della Camera e lo ha vincolato a un accordo in assenza di Follini. Anzi: contro di lui. "Io e Berlusconi siamo diversi antropologicamente", dice Follini. Appunto.

Gli amici comuni sono al lavoro da giorni, parlano con l'uno e con l'altro ma c'è poco da fare. Il fatto è che a parte Lorenzo Cesa, eurodeputato, di amici veri in comune ne hanno pochi. Casini è figlio della buona borghesia bolognese, i suoi amici in città si chiamano Roversi Monaco, l'ex rettore, Piero Gnudi, Enel, il "Cuccia bolognese", Andrea Riffeser, Resto del Carlino, Giuseppe Gazzoni, ex proprietario del Bologna che gli regala le maglie del calcio, Franco Frabboni, costruttore e grande finanziatore di campagne elettorali. Guazzaloca, per cui si è battuto anche da ultimo. Nella cerchia del potenti il meno noto tra gli intimi è Gianluigi Magri, amico d'infanzia e medico cardiologo. Era testimone alle sue nozze. Lo ha portato al Senato, poi all'Authority per le telecomunicazioni. In transatlantico scambia battute con Ciro Alfano, Pino Galati e Mario Baccini. Per le battute il presidente ha un debole, ancora ieri ad Assisi: "Sono raffreddato, colpa delle correnti... ". Ma ridere insieme è una cosa, essere amici un'altra. Vedeva spesso Fini: si trovavano la domenica in salotto a seguire le partite del Bologna.
Ultimamente di meno, dev'esser stato da quella volta che il cane di Daniela morse Pier che esultava per un gol.

Follini non frequenta, dopocena. Sta a casa in famiglia. Intrattiene relazioni di rispetto coi grandi vecchi dc, passa a trovare Andreotti la mattina, riceve biglietti da Cossiga che lo chiama Harry Potter, ha un legame antico con De Mita che lo mise nel consiglio di amministrazione Rai in onore alla memoria di Bisaglia.

In Rai ha stretto rapporti con Giancarlo Leone, con Pier Luigi Celli. Rapporti sobri, niente mondanità. Mai più di sei persone, a cena, e molto di rado. Di Casini non parla quasi mai fuori dalle dichiarazioni pubbliche. Né bene né male. Anche nei momenti più difficili: tace. Bruno Tabacci ricorda di aver "avvertito forse una disillusione" quando nel 2001 Casini non si battè perché a Follini fosse assegnato il ministero delle telecomunicazioni. Forse, una disillusione. "Gli voglio bene quanto me ne vuole lui", disse Marco di Pier quel giorno. Poi Casini, che del resto lo aveva portato in Parlamento, gli affidò il partito. Dice un vecchio dc che li conosce bene entrambi: "Svolgono due funzioni diverse, e lo sanno. Hanno avuto nel tempo ruoli diversi: Marco era centrale ai tempi di Moro e del movimento giovanile, Pier lo è diventato dopo e per ragioni distinte. Sono per carattere agli antipodi, sono davvero un moroteo e un doroteo: questo non gli impedisce di essere amici, per quanto sia possibile esserlo in politica". Perché la politica e l'amicizia sono come due vecchi coniugi che convivono senza toccarsi. Perché, dice Follini, "l'amicizia è una bella cosa. La politica è un'altra".

INES TABUSSO