00 13/12/2005 17:51
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* "CASA SICILIA": ANCHE A NEW YORK DOPO TUNISI E PARIGI
(AGI) - Palermo, 7 dic. - Dopo Parigi e Tunisi, "Casa Sicilia" apre anche a New York. Il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro e il professor Gaetano Cipolla, docente di lingua e letteratura italiana della St. John University [1], hanno firmato a palazzo d'Orleans la convenzione per l'affidamento di "Casa Sicilia" negli Stati Uniti. L'inaugurazione il 12 dicembre a Manhattan, al trentaseiesimo piano dell'Empire State Building. La data scelta non e' casuale: cade infatti nella settimana della cultura siciliana a New York, ricca di appuntamenti tra i quali l'esposizione delle opere di Antonello da Messina al Metropolitan Museum di New York. "Dopo l'apertura di "Casa Sicilia" a Parigi e Tunisi - ha detto Cuffaro - inaugureremo un'altra vetrina eccezionale in una metropoli dinamica dove la presenza dei siciliani e' altamente qualificata e che certamente dara' un grosso contributo ai nostri imprenditori che vogliono affacciarsi sul mercato americano. Sara' anche una occasione eccezionale per i nostri studenti che vorranno perfezionarsi negli States e conoscere quelle opportunita' lavorative e culturali che offrono le universita' statunitensi". Le "Case Sicilia" sono state istituite da una legge regionale del 2002, che ne affida la creazione al presidente della Regione, tramite convenzioni. A New York sara' un punto di riferimento per i siciliani d'America, ma anche per le aziende intenzionate a promuovere i propri prodotti, in collaborazione con Ice, Enit, Istituto Italiano di Cultura, Camere di Commercio. Sara' inoltre il punto di raccordo per gli enti pubblici siciliani che hanno il compito di promuovere il territorio, la cultura e i prodotti tipici siciliani in America, e fara' da sportello di marketing territoriale. Dunque, ha spiegato Gaetano Cipolla, "non sara' solamente un salotto privilegiato dove confrontarsi su temi socio-culturali, ma un'associazione senza fini di lucro efficace ed efficiente che, attraverso la massimizzazione della resa delle risorse, attivera' non solo un ritorno d'immagine ma un ritorno operativo". (AGI) Red/Noc/Fur
072241 DIC 05
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MF SICILIA
7/12/2005
CASA SICILIA SBARCA NEGLI USA
www.ars.sicilia.it/DocumentiEsterni/UfficioStampa/RassegnaPdf/articolipdf/3...


MF SICILIA
13/12/2005
LA SICILIA PRENDE CASA A NEW YORK
www.ars.sicilia.it/DocumentiEsterni/UfficioStampa/RassegnaPdf/articolipdf/3...




[1]
VEDI ANCHE:
6/12/2005
GIORNALE DI SICILIA
A CUFFARO E CALTAGIRONE LA PIGNA D'ARGENTO
www.ars.sicilia.it/DocumentiEsterni/UfficioStampa/RassegnaPdf/articolipdf/3249...

E ANCHE:
www.floria-publications.com/italy/italian_culture/what_italy_has_given_the_wo...

QUI DI SEGUITO LA TRADUZIONE DI ALCUNI STRALCI TRATTI DAL RESOCONTO DI UNA CONFERENZA TENUTA DAL PROFESSOR GAETANO CIPOLLA ALL'"ITALIAN CLUB" DELLA ST. JOHN'S UNIVERSITY:


"Cosa sarebbe oggi il mondo se l'Italia non fosse esistita?
...
Senza l'Italia non ci sarebbero spaghetti western, spaghetti alla carbonara,
bucatini all'amatriciana, gnocchi, ravioli, cannoli, tutte quelle buone cose
che costituiscono la dieta mediterranea che il mondo finalmente riconosce
come la migliore e la piu' sana delle diete ... Non ci sarebbe sugo di pomodoro,
- e che grossa perdita sarebbe per l'industria alimentare italiana! - anche
se, senza l'America, in Italia non ci sarebbero stati i pomodori. Pomodori,
granturco, tabacco, furono portati in Europa dopo la scoperta dell'America.
Cio' vi dimostra che la civilizzazione non e' una strada a senso unico, sebbene
nel caso dell'Italia e del mondo, la strada che va dall'Italia verso gli
altri paesi sia stata molto piu' trafficata di quella che va nella direzione
inversa.
Senza l'Italia e gli italiani, l'America non esisterebbe cosi' come la conosciamo.
Prima o poi il continente sarebbe stato certamente scoperto, ma non si sarebbe
chiamato America, dal nome di Amerigo Vespucci, ne' ci sarebbe un Venezuela
(che significa "piccola Venezia'), o una Columbia... Senza gli italiani non
ci sarebbe il ponte di Verrazzano. O meglio, il ponte probabilmente ci sarebbe,
ma gli avrebbero dato il nome di JFK, come infatti hanno tentato di fare...
Senza gli italiani non ci sarebbero ne' mafia, ne' mano nera, ne' cosa nostra,
ne' 'ndrangheta, ne' camorra.
Senza dubbio molti di voi si stavano chiedendo "quand'e' che arriva a quel
particolare aspetto del contributo degli italiani?".
Ho aspettato perche' volevo che sentiste cos'altro gli italiani hanno fatto.
L'idea degli italiani come criminali occupa un posto sproporzionato nella
percezione che gli americani hanno di loro, e non e' assolutamente basata
sui fatti. In realta' gli italiani criminali sono solo una piccolissima percentuale
degli italiani. Nessuno che ragioni responsabilmente potrebbe affermare che
gli italiani hanno il monopolio sull'avidita', la corruzione, e la fame su
cui fioriscono molte societa'. Ma dobbiamo accettare il buono insieme al
meno buono. L'Italia ha avuto una percentuale piu' che normale di Cagliostro
e Borgia, di santi e furfanti, di artisti e ciarlatani. La normalita' non
e' qualcosa cui gli italiani ambiscono o che ammirano.
In ogni umano sforzo gli italiani hanno stampato il loro marchio in modo
inconfondibile.
Nell'arte: un solo Michelangelo sarebbe stato una gloria sufficiente per
qualsiasi paese. In Italia egli e' un gigante fra i tanti: Giotto, Simone
Martini, Botticelli, Antonio da Messina, Masaccio, Tiziano, Raffaello, Caravaggio.
In architettura: se facessi il nome di Palladio, pochi di voi non sarebbero
capaci di ricordare il suo lavoro...


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Pubblicato il 12/12/2005 da Dagospia:

Corriere della Sera
CorrierEconomia
Maria Teresa Cometto
Pecorino siciliano con Nero d’Avola o mozzarella campana con Falanghina del Sannio? La vista di Manhattan dal 36° piano dell’Empire State Building oppure il fascino di una palazzina d’epoca a due passi dal Rockefeller Center? Il dilemma è d’attualità quest’oggi, 12 dicembre, a New York: alla stessa ora - dalle 6 alle 8 di sera - due Regioni della stessa Italia, la Sicilia e la Campania, allo stesso fine di promuovere il made in Italy in versione federalista hanno organizzato due eventi concorrenti con la presenza annunciata dei due rispettivi governatori, Totò Cuffaro e Antonio Bassolino.

Invitati
Il pubblico degli invitati è più o meno lo stesso, a partire dai rappresentanti delle autorità italiane a New York. Da una parte, nel più famoso grattacielo della Grande Mela viene inaugurata «Casa Sicilia», dall’altra c’è un vernissage dell’artista Lello Esposito presso la «Casa Campania», già aperta da due anni.
L’imbarazzante coincidenza (come si divideranno i vip? Dove andranno prima?) è l’epitome di una ormai cronica disfunzione: il totale scoordinamento fra le mille missioni estere delle amministrazioni locali italiane, dalle Regioni ai Comuni compresi, i cui frutti sono tutti da provare, mentre certi sono i costi. Fra i presidenti delle Regioni, Bassolino (Ds) è stato il pioniere della diplomazia oltreoceano: dall’ottobre 2003 funziona la «Casa Campania» ai piani alti di una town house sulla 54° strada, già sede del Banco di Napoli e ora proprietà del sarto di lusso napoletano Ciro Paone (marchio Kiton).
L’affitto costa 500 mila euro l’anno, più i compensi non noti di un paio di segretarie, dei consulenti esterni e i viaggi fra Napoli e New York del coordinatore Luigi Gragnaniello. Periodicamente la Regione vi organizza mostre d’arte o di oggetti artigianali, ma non è stato mai comunicato il risultato di queste iniziative in termini di aumento delle esportazioni di prodotti napoletani o dei flussi turistici e degli investimenti dagli Usa alla Campania. «Troppo presto per capirlo», replica Bassolino, che la scorsa estate è finito nel mirino di una polemica sulla questione morale e gli sprechi delle Regioni rosse, accesa dai suoi compagni di partito Cesare Salvi e Fabio Mussi. Ha respinto tutte le accuse e non mostra alcun segno di ripensamento sulla sua «politica estera».

Sulle sue orme a New York ora sbarca anche un governatore non rosso, il siciliano Totò Cuffaro di Forza Italia, con una formula però diversa e ufficialmente meno costosa. È stata una legge regionale del 2002 a istituire le «Case Sicilia» nel mondo come «sportelli di marketing territoriale», ma la loro gestione è affidata dal presidente della Regione ad associazioni non profit. L’associazione di New York è stata promossa da Gaetano Cipolla, professore di lingua e letteratura italiana alla St. John’s University ed esperto di sicilianità; da Mico Licastro, intermediario d’affari attivo negli Usa dal 1966; e da Marco Scapagnini, figlio di Umberto, sindaco di Catania e titolare della società Sole & Natura, che si occupa di esportazione in America di prodotti agroalimentari siciliani.
Contributi
«La Regione Sicilia ci ha dato un contributo iniziale per i locali, che abbiamo subaffittato da Alitalia, pari a 150 mila euro in tutto per i primi tre anni, poi la nostra associazione punta ad essere autosufficiente», spiega Licastro, il ceo di Casa Sicilia, che personalmente milita nel centrosinistra. Ha infatti aiutato a organizzare le primarie dell’Unione a New York e ha fatto da consulente per le recenti missioni americane del diessino Walter Veltroni e del leader della Margherita Francesco Rutelli.
Scapagnini invece aveva già collaborato con la Regione Sicilia nel giugno 2004 per la campagna Sicilian cheeses in Usa , ma la sua Sole & Natura non compare fra gli operatori italiani censiti dall’Ice (Istituto per il commercio estero) o dalla Italy-America Chamber of Commerce.
Suo padre, il sindaco di Catania, farà parte della folta delegazione di politici, amministratori, funzionari siciliani in visita a New York per la «Settimana della cultura siciliana», il cui appuntamento clou, tuttavia, non ha alcun legame con Casa Sicilia: è l’inaugurazione al Metropolitan Museum, domani 13 dicembre, della mostra con tre capolavori di Antonello da Messina «Maestro siciliano del Rinascimento», organizzata dalla Foundation for Italian Art and Culture di Daniele Bodini con l’assessore Alessandro Pagano ai Beni culturali della Regione Sicilia e sponsorizzata dal gioielliere romano Bulgari e Acp group.

Parsimonioso è anche il budget dichiarato da un’altra Regione rossa con «casa» newyorkese dal 2004: il presidente della Toscana Claudio Martini (Ds) ha precisato che la sede, ospitata dal Monte dei Paschi di Siena, costa circa 60 mila euro l’anno, compresi i compensi di una collaboratrice.
Non ha badato a spese invece il governatore della Puglia, Nichi Vendola (Rifondazione comunista), in missione a Washington lo scorso ottobre con una ventina di amministratori locali, dal vicepresidente regionale Alessandro Frisullo al manager territorial integrated project city of Casarano , Umberto Vitali. Secondo il notiziario Letter from Washington di Oscar Bartoli è stato un flop per la cattiva organizzazione e la mancanza di interlocutori americani.


INES TABUSSO