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09/04/2024 09:50 | |
“Il Mir doveva essere la risposta russa all’Occidente. E invece il rischio di un colossale flop è dietro l’angolo. Le sanzioni continuano a fare terra bruciata intorno alla Russia. Non solo la Cina, non solo la Turchia, che hanno smesso di pagare nei tempi previsti il petrolio acquistato da Mosca. Stavolta l’oro nero c’entra fino a un certo punto. Stavolta è Mir, il sistema di pagamenti su carta elettronica concepito per salvare le banche della Federazione una volta buttate fuori dal ben più articolato e robusto Swift, a presentare crepe piuttosto evidenti.
E così, dopo quello cinese, per il Cremlino si apre il fronte delle transazioni su carta di credito. Premessa. A febbraio gli Stati Uniti hanno sanzionato la società che gestisce il Mir, per tentare di tirare un altro fendente al cuore finanziario della Russia. Ora, come noto le sanzioni di ultima generazione, prevedono la possibilità di colpire anche banche o istituzioni esterne alla Russia ma che in un modo o nell’altro intrattengono rapporti con Mosca. E allora ecco spiegato come il centro di elaborazione interbancaria del Kirghizistan abbia appena dichiarato di voler “cessare di servire le carte bancarie Mir dal 5 aprile” al fine di “minimizzare il rischio di sanzioni secondarie”.
Tradotto, stop, basta, niente più carte che spostano soldi da e per la Russia. E pensare che non si tratta di un Paese qualunque. Kirghizistan è un alleato della Russia e che per giunta fa parte di un’alleanza di sicurezza e di un’unione doganale guidata da Mosca, fino a poco fa una porta di servizio per l’ingresso delle merci e capitali in Russia. E lo stesso vale per l’Armenia, le cui banche hanno interrotto l’elaborazione dei pagamenti tramite carte Mir proprio durante il fine settimana.
Insomma, forse è tempo anche per il Cremlino di ammettere il fallimento del progetto Mir. D’altronde, già pochi mesi dopo l’aggressione all’Ucraina c’erano state delle avvisaglie. Prima la Turchia, poi le ex repubbliche sovietiche, nessuno o quasi sembrava più volerne sapere di accettare transazioni con carte che poggiano sul network messo in piedi dall’ex Urss per tentare di aggirare i circuiti occidentali.”
Beh, non è vero che le sanzioni occidentali non fanno danno all’economia russa 🤷♂️.
La Russia ha reagito alle sanzioni occidentali adottando un’economia di guerra, sostenendola con le esportazioni dei prodotti energetici di cui è ricca.
Ma un conto è vendere un prodotto ad un ricco, un altro è venderlo a chi non lo è altrettanto, per di più quando il sistema di transazioni economiche mondiale vigente è quello del ricco …
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